Mattarella, Draghi e i Maneskin (minestre vecchie e più volte riscaldate)

Di Paolo Diodati
Politica
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I Maneskin incensati a tal punto da avere la vista offuscata pure loro

Cosa c'entrano i Maneskin con Mattarella e Mr M'Illumino d'Incenso?? Maneskin in italiano vuol dire Chiaro di Luna. Quindi, con questi Maneskin (chiari di luna), Mattarella e Draghi, siamo alle minestre vecchie e più volte riscaldate. Forse anche, a sentire le ultime di Draghi, con le usanze delle grazie concesse a prigionieri e condannati a morte (in questo caso i no vax e no green paz) dai Re incoronati o reincoronati. Mattarella s'interesserà al caos con guerre tra bande nella magistratura o interverrà, peggiorando la previsione di Cossiga, solo quando Palamara e altri tenteranno di far arrestare proprio lui, il Capo della Magistratura?

Avevo ricordato, brevemente, il precedente esempio di successore di sé stesso, Napolitano, che ha certamente incoraggiato il pessimo e secondo successore, a fare altrettanto. Dal punto di vista del "Super partes", anche Re Giorgio si comportò malissimo, anche per il modo in cui mollò tutto dopo due anni del secondo mandato: con Renzi, defenestratore del Nipotissimo e nuovo Capo del Governo e che proponeva Gentiloni agli esteri, entrò in rotta di collisione irreversibile. Il richiamo della foresta, cioè la pressione del PD e di Enrichetto in prima persona, fecero degenerare i rapporti, tanto che si scrisse "Napolitano lascia, sbattendo la porta!"

Ma la rottura con Letta era stata solo l'ultima goccia: c'era la situazione politica tanto per cambiare "difficile" e queste le altre motivazioni riconosciute dai commentatori: l'età che consigliava di non arrivare a 97 anni, ancora in carica come Presidente; il Parlamento che non riusciva a fare le riforme; il fallimento delle larghe intese (al governo c'erano il PD e il PDL); la volontà di evitare le elezioni anticipate.

Come vedete, siamo vicini alla minestra riscaldata attuale che è pure inacidita per gli isterismi linguistici e comportamentali d'una capa che deve dimostrare d'avere i cosiddetti attributi, con tempi di riflessione nulli.  "Io, finché c'è quello lì, con la Lega non voglio più averci a che fare!", ha fatto crollare l'aspirazione di "quello lì" al Premio Nobel per la pazienza e al Santo subito! L'ha ricambiata con la stessa moneta. I Maneskin incensati a tal punto da avere la vista offuscata pure loro.

Premesso che "de gustibus non disputandum est" e quindi bisogna essere civili e sopportarsi a vicenda, dico la mia: per i miei gusti la minestrina riscaldata con cui il quartetto guadagna milioni di euro e dollari, è immangiabile.  Sono dei furbi che ricicciano roba anni 70/80, suonata però da dilettanti che devono imparare anche a usare musicalmente la chitarra e non solo a sfasciarla cercando di zapparci il pavimento. Il frontman Damiano è bravo, giovanissimo... e anche troppo furbo. Sono per il rispetto delle idee e delle sensibilità altrui. Se il bel Damiano che ama truccarsi un po' da Drakula volesse davvero fare il botto, dovrebbe ora mostrare al pubblico entusiasta anche l'imitazione di alcune note tradizioni islamiche, per esempio, l'infibulazione e la circoncisione, in un teatro di Torino, ormai semi-islamizzata. Sai che ridere e che ovazione!

Il più grande problema dei Maneskin e dei loro scopritori-imprenditori che hanno investito una fortuna per riottenerla adeguatamente moltiplicata, è il classico problema delle generazioni che vengono dopo un periodo aureo, pieno zeppo di artisti che erano diventati grandi, perché si muovevano in territori inesplorati, vergini.  Venire dopo i Pink Floyd, i Nirvana, i Rolling Stones, I Beatles, Bob Dylan, I Metallica, Manovar, i Black Sabbath  (a proposito, il frontman con l'aria da fantasma, ricorda abbastanza Damiano) e, uscendo dai complessi rock più o meno duro o metallico e venendo in Italia, dove il Mozat della musica leggera mondiale (l'immenso Lucio Battisti) ha tracciato nuove e nuovissime strade, è ... davvero una tragedia.

Concludendo: l'unica cosa che ho apprezzato del loro continuo sfornare nuove minestre insipide e riscaldate, è la frase finale urlata, ultimo cucchiaio di un solito piatto: "I hate this fucking music!" (Odio questa musica del c... o!), dimostrando così d'essere spiritosi e intelligenti, oltre che furbi. Magari amano la musica vera. Quella che comunica emozioni e non solo rumori sempre a più db e fucking parole.

 


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