Meloni al voto se la Consulta boccia il Decreto Sicurezza. Urne a inizio 2026 per 'zittire' le toghe e cogliere in contropiede le opposizioni
La premier è pronta, d'accordo Salvini e Tajani. Inside
Elezioni politiche come referendum tra Centrodestra "eletto dal popolo" e "magistrati non eletti da nessuno"
Uno scenario estremo. Ma non fantapolitica, assicurano fonti della maggioranza. Il Centrodestra, non solo su spinta della Lega, ha puntato fortemente sul Decreto Sicurezza così come sul piano immigrazione per il centri di rimpatrio in Albania, modello extra-Ue adottato e sostenuto da 14 Paesi dell'Unione, Germania inclusa. Ma ora, con la posizione di una parte della Corte di Cassazione contro il Decreto Sicurezza, si è riacceso il duello esecutivo-toghe. Che rischia anche di toccare il presidente della Repubblica, capo di fatto della Magistratura in qualità di presidente del CSM.
Nonostante Forza Italia abbia escluso un secondo Decreto Sicurezza chiesto dal Carroccio, il partito fondato da Silvio Berlusconi e guidato dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani non è certo tenero con pm e giudici. E soprattutto con personalità di spicco come Maurizio Gasparri attacca quasi tutti i giorni a testa bassa toghe e ANM. E anche il ministro Carlo Nordio, Guardasigilli, ha una posizione molto netta.
In tutto questo contesto, come spiegano fonti della maggioranza, laddove nelle prossime settimane ci fosse un intervento della Corte Costituzionale, visti i ricorsi scontati e già annunciati, che bloccasse e smontasse il Decreto Sicurezza, come ha fatto con l'autonomia regionale differenziata, la reazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarebbe durissima. La premier Giorgia Meloni, d'accordo con i vice Matteo Salvini e Tajani, sarebbe pronta a dimettersi per chiedere elezioni politiche anticipate all'inizio del 2026, subito dopo l'approvazione della Legge di Bilancio.
Una campagna elettorale per trasformare il voto in un referendum tra il governo deciso e scelto dal popolo e la Magistratura, o gran parte di essa, che "deliberatamente lavora e si muove contro i provvedimenti del governo per fermarne l'azione politica". Ovviamente il nemico numero delle toghe è la separazione delle carriere e la riforma costituzionale della giustizia e il Centrodestra sarebbe anche pronto a rinviare il tutto con le nuove elezioni pur di chiedere una fiducia piena ai cittadini per indebolire fortemente l'ANM e quella parte di toghe "contro la maggioranza".
La mossa di Meloni, sempre ben consigliata dalla sorella Arianna, servirebbe anche per cogliere in contropiede le opposizioni. Il 'campo largo' non esiste, Carlo Calenda mai e poi mai si potrebbe alleare con il Pd di Elly Schlein, il M5S e AVS. Non solo, nei Dem è in atto una sfida molto dura tra i fedelissimi della segretaria, troppo di sinistra, e i riformisti che chiedono una svolta al centro (Romano Prodi e Dario Franceschini in testa, oltre ovviamente a Lorenzo Guerini).
E in più c'è anche il duello tra la stessa Schlein e Giuseppe Conte per l'eventuale leadership della coalizione. Insomma, il Centrosinistra è in alto mare e la premier coglierebbe le opposizioni in contropiede e con le elezioni a inizio 2026 si assicurerebbe certamente la permanenza a Palazzo Chigi fino al 2031, eleggendo così il prossimo presidente della Repubblica (Nordio in pole position) assestando un duro colpo alle toghe, ANM in testa, e anche alle varie anime della sinistra. Fantapolitica? Aspettiamo la Consulta sul Dl Sicurezza e poi ne vedremo delle belle...
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