Decreto sicurezza, verso la bocciatura dalla Consulta. Ma la Lega vuole un dl bis ancora più duro. Rischio scontro governo-Mattarella - Affaritaliani.it

Politica

Decreto sicurezza, verso la bocciatura dalla Consulta. Ma la Lega vuole un dl bis ancora più duro. Rischio scontro governo-Mattarella

Altissima tensione istituzionale (non solo con le toghe). Inside

Di Alberto Maggi

Dopo il giudizio della sezione della Cassazione, Palazzo Chigi teme lo stop della Corte Costituzionale


Si riaccende durissimo lo scontro tra governo e Magistratura. La bocciatura senza appello (ma non vincolante) da parte di una sezione della Corte di Cassazione del decreto sicurezza ha fatto riesplodere la 'guerra' tra poteri dello Stato. Il ministro Carlo Nordio si è detto "incredulo", la Lega ha attaccato a testa bassa così come Forza Italia le toghe e naturalmente l'Associazione Nazionale Magistrati è intervenuta a difesa dei colleghi. La maggioranza di Centrodestra, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, non ha alcuna intenzione di fare passi indietro o di prevedere modifiche al testo approvato dal Parlamento in sede di conversione (era un decreto dell'esecutivo) tra le plateali proteste delle opposizioni.

Ma il forte timore a Palazzo Chigi, al ministero dell'Interno e a quella della Giustizia è che, vista la pronuncia chiara e netta della sezione della Cassazione, quando la Corte Costituzionale sarà chiamata a giudicare il provvedimento del Centrodestra non sarà affatto clemente. Anzi, la preoccupazione (elevatissima) e di una bocciatura almeno parziale ma di parti importanti del decreto sicurezza con l'obbligo di tornare in Parlamento per 'sistemare' il testo sul modello di quanto accaduto con l'autonomia regionale differenziata. E tutto ciò porterebbe a tempi lunghissimi visto come sono ingolfate le Camere facendo salire la temperatura dello scontro tra poteri dello Stato.

Ma non finisce qui, la Lega - e anche un parte di Fratelli d'Italia - spinge per un secondo decreto sicurezza che tuteli ancora di più le forze dell'ordine dando ancora maggiori garanzie ad agenti polizia, carabinieri etc... in particolare durante le manifestazioni di piazza ma non solo. Non si escludono nemmeno nuovi reati per arginare il dilagare della criminalità e delle baby gang e soprattutto nei confronti di cittadini extracomunitari. Il problema politico è che questa volta lo scontro rischia di essere non solo con le toghe e l'ANM, ci siamo abituati ormai con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi (come quando premier era Silvio Berlusconi), ma anche con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L'inquilino del Quirinale aveva già fatto ritoccare all'esecutivo alcuni punti del decreto legge appena entrato in vigore, scatenando l'ira in particolare del Carroccio e di Matteo Salvini che al Viminale il fedelissimo Nicola Molteni come sottosegretario del ministro Matteo Piantedosi. Ora, spiegano fonti parlamentari qualificate e vicine ad ambienti del Colle, un secondo provvedimento (decreto) dell'esecutivo come vorrebbe la Lega che andrebbe di fatto a creare una sorta di scudo penale per le forze dell'ordine, quasi certamente, non verrebbe controfirmato dal Capo dello Stato. E così si aprirebbe un altro fronte di scontro tra istituzioni, non solo con la Magistratura ma anche con Mattarella.

E anche se il governo dovesse ritoccare il provvedimento e poi il Parlamento modificarlo nuovamente tornando alla prima formulazione, il Quirinale lo rimanderebbe indietro alle Camere. Una situazione potenzialmente esplosiva con le opposizioni, Pd, M5S, AVS e PiùEuropa in testa, pronte a dare battaglia con lo strumento dell'ostruzionismo in Aula ma anche con cortei e manifestazioni di piazza in tutta Italia. L'estate rischia di essere davvero incandescente e di scatenare una 'guerra' tra istituzioni e stavolta il governo non avrebbe contro solo la Magistratura (nulla di nuovo) ma anche il presidente della Repubblica. Forza Italia tenta di smussare e placare la corsa della Lega sulla sicurezza, ma sappiamo bene come gli azzurri vedano le toghe. E delle toghe Mattarella è proprio il capo come presidente del CSM.

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