Atti esattoriali via PEC: annullati! - Affaritaliani.it

Fisco e Dintorni

Ultimo aggiornamento: 12:56

Atti esattoriali via PEC: annullati!

Importante pronuncia dei Giudici tributari di Roma che, con sentenza n.1828 depositata lo scorso 20 marzo, hanno annullato un atto esattoriale perché inviato via pec da un indirizzo sconosciuto. Partite Iva Nazionali denuncia “Ma perché l’Amministrazione non deve rispettare le regole?.. La legge è chiara e impone al Fisco di inviare gli atti da indirizzi ufficiali”.

 

La questione degli atti fiscali inviati via pec torna a far parlare. Nel caso in esame, il contribuente contestava la provenienza della cartella esattoriale da un indirizzo pec diverso da quello ufficiale dell’Agenza Entrate Riscossione poiché non presente nei pubblici registri (come ad es. INI-PEC o Reginde, ecc..; si veda sentenza n.1828/2025 su www.partiteivanazionali.it – sez. Documenti).

I giudici della Corte di Giustizia Tributaria di 2° grado del Lazio, dunque, ribaltando la sentenza di primo grado (che dava torto al contribuente) e dichiarano invece che la notifica degli atti tributari effettuata mediante un indirizzo di pec non iscritto nei pubblici registri, è inesistente e, come tale, non suscettibile di sanatoria.

Tale questione ricorda un caso analogo accaduto a una società salentina, assistita dall’Avv. Matteo Sances. La società aveva impugnato un pignoramento di circa 800.000 euro e in quella circostanza il Tribunale di Lecce lo aveva sospeso, in quanto le sottostanti cartelle esattoriali erano state inviate dal Fisco attraverso pec non presenti in pubblici registri (si veda ordinanza del 19.07.2022 del Tribunale di Lecce su www.partiteivanazionali.it – sez. Documenti).

A sostegno della palese illegittimità delle cartelle inviate da indirizzi “sconosciuti”, interviene il Presidente di PIN (Partite Iva Nazionali), il Cav. Antonio SorrentoQuesta nuova sentenza va ad aggiungersi a quelle che abbiamo già citato nei mesi scorsi. Chiedere che il Fisco rispetti la legge non è assolutamente una questione di poco conto, inoltre inviare gli atti da indirizzi pec diversi da quelli ufficiali non da certezza ai contribuenti della validità degli atti, considerando anche i gravi rischi derivanti da comunicazioni non sicure, come ad esempio virus informatici cd. malware”.