Meloni leader oltre il centrodestra: conquista i conservatori Usa
Il suo discorso primo tassello della corsa verso Palazzo Chigi...
Lapresse
Meloni, la leader di Fdi conquista la convention dei conservatori Usa a Orlando, in Florida
“Naturalmente come molti voi concorderanno, nessuno mi toglie dalla testa che senza lo scandaloso ritiro delle truppe da Kabul ieri, non avremmo mai visto il tragico assedio di Kiev di oggi” con queste dure parole contro la politica del presidente americano Joe Biden, Giorgia Meloni ha iniziato il suo discorso alla più importante assise del partito repubblicano americano riunito ad Orlando in Florida.
La leader di Fratelli d’Italia invitata, come tutti gli anni alla CPAC repubblicana, è stata interrotta più volte dall’applauso convinto dei maggiorenti repubblicani, che riconoscono in lei un leader affidabile e convincente del fronte conservatore italiano ed europeo.
Ed ancora una volta si evidenzia la differenza con Matteo Salvini, il leader della Lega, sempre più in crisi di consensi, che deve fare i conti ora con il suo passato e convinto appoggio alla politica di Vladimir Putin. Non c’è spazio in questi momenti per le incertezze e i dubbi di fronte al vile attacco della Russia, e la Meloni che fino all’ultimo ha riflettuto a lungo se imbarcarsi o meno per gli Stati Uniti, dimostra tutta la sua statura da leader, difendendo con forza la democrazia e la libertà minacciate dall’attacco della Russia, non solo all’Ucraina ma a tutta l’Europa, senza se e senza ma.
“Siamo dalla parte di una nazione che sta insegnando al mondo cosa significhi combattere per la libertà”. Ricorda ai repubblicani americani con orgoglio di rappresentare il principale partito conservatore italiano ( sottile e chiara la stoccata al suo alleato Salvini) “e secondo molti sondaggi, addirittura il più grande partito della nazione”.
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Scatena l’applauso della platea, quando accusa senza mezzi termini la sinistra di voler mettere il guinzaglio alla destra conservatrice e di voler relegare in una specie di zoo i conservatori, per renderli irrilevanti “ Non faremo parte dei loro circoli ristretti perché preferiamo la piazza”. Il pubblico saluta le sua parole con una ovazione, come se quella piccola donna di bianco vestita sul palco, fosse una di loro, una nuova icona di un partito coinservatore americano, che ancora fatica a trovare una via d’uscita dallo stretto vicolo in cui la presidenza Trump lo ha relegato.
Meloni riesce a fare breccia nei cuori dei conservatori americani, senza citare Trump, ma facendo leva sulla grande delusione che la presidenza Biden sta suscitando nell'opinione pubblica americana. Sono diversi anni che Giorgia Meloni sta costruendo con impegno e lungimiranza, la sua tela di relazioni internazionali, proprio iniziando dagli Stati Uniti, paesi con il quale tutti i politici italiani devono fare i conti, sino a quando era la semplice leader di un piccolo partitino, grazie anche al prezioso lavoro dei propri “ambasciatori” e fidati scudieri al parlamento europeo, Raffaele Fitto e Carlo Fidanza.
Pochi mesi fa è stata eletta alla presidenza dell’Ecr europeo, il principale partito consercatore europeo. Matteo Salvini ha cercato di contrastare questa ascesa, approfittando dell’addio del partito del presidente ungherese Orban al PP europeo, per portare lui e i polacchi di Mateusz Morawiecki in un nuovo contenitore, allontanandoli dall’Ecr.
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Ma i suoi tentativi per il momento non hanno sortito l’effetto sperato. Il consenso della Meloni cresce in Italia e cresce all’estero, proporzionalmente a quanto cala quello dei suoi alleati Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, a cui sicuramente la vicinanza con Putin certamente non può non ritorcersi drammaticamente contro.
L’ovazione che saluta la conclusione del suo intervento certifica la sua statura di leader a livello internazionale, con buona pace di alleati ed avversari. Da Orlando si rafforza il progetto che la leader di Fratelli d’Italia ha annunciato all’indomani della infausta, per lei, rielezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica, che è quello di allargare il consenso a tutte le forze conservatrici italiane che sono contrarie alle idee progressiste.
Inizia da qui forse il suo percorso che vada oltre la coalizione attuale di centrodestra, che proprio in occasione delle elezioni presidenziali ha mostrato tutte le sue crepe ed incongruenze. Il suo discorso rappresenta forse il primo tassello della corsa che porta dritto verso quello che ormai senza indugi sembra essere il suo prossimo chiaro obiettivo, che punta senza esitazioni a Palazzo Chigi.
Senza preoccuparsi troppo di alleanze e strategie, capisce che è arrivato il momento di prendere il toro per le corna, e dalla culla delle democrazia, in un momento delicatissimo sullo scacchiere geopolitico internazionale, vuole con la sua presenza e il consenso ricevuto alla convention repubblicana, lanciare un messaggio chiaro ed inequivocabile ad alleati ed avversari. A buon intenditor...
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