Pd, ora si teme l'addio di Guerini. Ed è rischio fuggi-fuggi. Tutti i nomi

Terremoto nel Pd dopo l'uscita di Enrico Borghi

Di Alberto Maggi
Politica

Pd, ecco chi potrebbe lasciare la "massimalista" Schlein

Una vera mazzata. L'uscita dal Partito Democratico per approdare in Italia Viva di Matteo Renzi del senatore Enrico Borghi è un boccone amaro da digerire per Elly Schlein. L'ex responsabile Sicurezza della segreteria di Enrico Letta ha aspettato la fine delle celebrazioni per il 25 Aprile - con tanto di segretaria che cantava Bella Ciao per le strade di Milano con il fazzoletto rosso al collo - per sganciare la bomba: "Il Pd è diventato la casa di una sinistra massimalista figlia della cancel culture americana che non fa sintesi e non dialoga".

Pochi giorni fa lo stesso Borghi su Affaritaliani.it aveva lanciato l'allarme per la possibile uscita di altri cattolici dopo quella di Peppe Fioroni e di Pierluigi Castagnetti (poi è arrivato anche il bye-bye dell'ex capogruppo al Senato Andrea Marcucci) lasciando intendere un forte disagio che lo ha poi portato all'addio. Ma la sua uscita rischia di generare una vera e propria slavina, un terremoto, un fuggi fuggi di quella parte Dem cattolica, moderata e riformista.



Fonti qualificate della minoranza del Pd non escludono un clamoroso colpo di scena, ovvero l'addio addirittura dell'ex ministro della Difesa, presidente del Copasir Lorenzo Guerini, già leader di Base Riformista che ha perso le primarie (sosteneva Bonaccini). Non solo, anche l'attuale membro della segreteria del Pd, il senatore di Varese Alessandro Alfieri, potrebbe lasciare presto il partito di Schlein. Il tutto accade nonostante il Terzo Polo sia decisamente meno attrattivo di prima con la rottura tra Carlo Calenda e Renzi e ciò significa che il malessere all'interno del Pd è davvero forte e profondo.

Ma ci sono anche altri esponenti importanti che avrebbero - condizionale d'obbligo - la valigia in mano. Ad esempio a Milano nomi di spicco che potrebbero abbandonare i Dem della "massimalista" Schlein sono quelli di Patrizia Toia e Fabio Pizzul. Ma non finisce qui. Occhi puntati anche su un nome di peso torinese: Davide Gariglio. E le indiscrezioni non si limitano al Nord. A Roma ad esempio Patrizia Prestipino potrebbe lasciare il Partito Democratico, così come Lello Topo a Napoli e Giuseppe Lupo in Sicilia.

E infine anche in Sardegna attenzione alle prossime mosse di Gavino Manca. Nomi importanti per i rispettivi territori che rappresentano anche voti per il Pd. Sicuramente Schlein ha ricevuto ieri a Milano molti applausi ma spostandosi forse troppo a sinistra rischia di perdere una parte importante di dirigenti (e di elettori) moderati e cattolici. E l'addio di un uomo navigato e di un big storico per il Nazareno come Borghi lo dimostra in modo inequivocabile.

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