Lega, Calderoli: "Il Cdx ha già approvato il presidenzialismo 10 anni"

"Avanti dopo le elezioni insieme all'autonomia regionale differenziata"

Di Alberto Maggi
Roberto Calderoli Senatore
Politica
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Presidenzialismo e autonomia regionale differenziata "sono due binari diversi ma che stanno insieme perfettamente" - afferma Calderoli (Lega)

"Pinuccio Tatarella era un grande politico, di spessore culturale e anche umano. Rappresentava il pensiero dell'allora Alleanza Nazionale, anche con la proposta di riforma presidenzialista". A parlare è il vicepresidente del Senato ed ministro delle Riforme Roberto Calderoli, uno degli storici esponenti della Lega. Intervistato da Affaritaliani.it sul presidenzialismo, tanto caro a Giorgia Meloni, dopo aver presentato il simbolo della Lega Salvini Premier per le elezioni del 25 settembre al Viminale, Calderoli afferma: "Ero in terapia intensiva quando vennero da me Bricolo, La Russa e Gasparri a farmi vedere come era venuta la riforma presidenzialista e ottennero il mio ok. Era il 2012 e il Senato approvò quella riforma, poi alla Camera non passò perché finì la legislatura. Ma il testo sull'elezione diretta del presidente della Repubblica è già stato approvato in passato, dieci anni fa, da tutto il Centrodestra. E allora Forza Italia e Fratelli d'Italia erano insieme nel Popolo della Libertà", ricorda Calderoli.

"Allo stessa maniera il governo di Centrodestra che uscirà dalle elezioni del 25 settembre approverà l'autonomia differenziata, grazie alla quale qualsiasi regione a statuto ordinario - non quelle a statuto speciale che necessitano di una legge costituzionale che modifichi il loro statuto - potranno chiedere da una a 23 materie, molte concorrenti e qualcuna anche esclusive". Presidenzialismo e autonomia regionale differenziata "sono due binari diversi ma che stanno insieme perfettamente perché se il presidente della Repubblica viene scelto dai cittadini si tratta di una decisione che viene dal basso. E io che di elezioni del Capo dello Stato ne ho vissute tante dico, mai più l'elezione da parte dei grandi elettori e dei parlamentari". I tempi? "Servono quattro passaggi alle Camere per le riforma costituzionali e poi se non si raggiungono i due terzi in Parlamento la riforma può essere sottoposta a referendum popolare. Ci sono troppe variabili per poter fare previsioni sui tempi", conclude Calderoli.