Quirinale, Berlusconi Presidente. I numeri ci sono. Ultimissimi calcoli

Quirinale, Berlusconi Presidente. I numeri sulla carta ci sono. Inside

Di Alberto Maggi
Silvio Berlusconi
Politica
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Quirinale, Berlusconi Presidente. I franchi tiratori di Centrodestra non devono essere più di 20

 

Sulla carta. Rigorosamente sulla carta. I numeri per eleggere Silvio Berlusconi presidente della Repubblica, ovviamente al quarto scrutinio quando basterà la maggioranza assoluta dei grandi elettori (505), in teoria ci sono. I calcoli degli sherpa di Arcore, che hanno aggiornato il pallottoliere del Quirinale fino alla vigilia di Natale, sono convinti che la mission non sia più impossible, ma possible. Quello che qualche mese fa Antonio Tajani annunciava come "sogno", forse, potrebbe concretizzarsi. Ma andiamo con ordine.

Sempre sulla carta, il Centrodestra unito parte da 440 voti in Parlamento, ai quali potrebbero (o dovrebbero) aggiungersi circa due terzi dei renziani di Italia Viva (tra 26 e 28). Nel magma indefinito del Gruppo Misto ci sarebbero, stando alle ultimissime indiscrezioni, ben una ventina di parlamentari pronti a scrivere il nome di Berlusconi sulla scheda. Qualche voto poi potrebbe arrivare anche dal Gruppo delle Autonomie. Stando alle fonti di Centrodestra, contattate proprio alla vigilia di Natale, un'altra ventina tra Pd e 5 Stelle avrebbero confidato e assicurato ai colleghi di Forza Italia e Lega di essere pronti a sostenere l'ex Cavaliere.
 

Sulla carta, quindi, si potrebbe superare senza troppi scossoni quota 505 eleggendo Berlusconi Capo dello Stato alla quarta votazione. I motivi che porterebbero Dem e grillini a votare per il leader azzurro sono diversi. Si va dalla paura delle elezioni con Mario Draghi al Quirinale, fino alla recente conversione di Berlusconi sul reddito di cittadinanza.

Senza dimenticare che una fetta importante del Pd potrebbe volere l'ex Cav Presidente anche per dare un segnale alla Magistratura di svolta e rottura (il Capo dello Stato è anche presidente del Csm). D'altronde il Centrosinistra non ha al momento un candidato forte e unitario, Draghi non convince soprattutto Enrico Letta e Giuseppe Conte (oltre a Matteo Renzi che è nettamente contrario e lo vuole a Palazzo Chigi fino al 2023) e la strada per trovare un altro candidato condiviso dall'attuale maggioranza di governo è tutta in salita, con i veti incrociati che rischiano di bruciare i vari Giuliano Amato, Pierferdinando Casini, Paola Severino e Marta Cartabia.

L'unica incognita per Berlusconi, spiegano sempre fonti qualificate, sono i franchi tiratori del Centrodestra. Occhi puntati soprattutto sui centristi, Coraggio Italia e non solo, ma possibili defezioni potrebbero arrivare anche dalla stessa Forza Italia e, in parte, da Fratelli d'Italia. La Lega, assicurano fonti salviniane, è granitica sul nome di Berlusconi. Per gli sherpa di Arcore, i franchi tiratori di Centrodestra non devono superare quota 20. Se il fuoco amico contro Silvio resta entro la doppia decina, grazie poi ai voti che dovrebbero arrivare dagli altri gruppi, l'elezione dell'ex Cav al Quirinale è davvero possibile.