Quirinale, Draghi e Bruxelles pressano Mattarella affinché accetti il bis

Il dietro le quinte della partita per l'elezione del presidente della Repubblica nel 2022

Di Alberto Maggi
Politica
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Del pressing delle forze politiche, tutte quelle di maggioranza, sul presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché accetti di restare al Quirinale ne abbiamo già parlato, tanto che ci sarebbe una sorta di tacito accordo tra i principali leader dei partiti di governo (clicca qui per leggere l'articolo). Ma nelle ultime settimane, secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti qualificate, in campo sarebbe sceso direttamente Palazzo Chigi. Il premier Mario Draghi, spiegano tanto dal Pd quanto dal Centrodestra governativo, ha tutto l'interesse che Mattarella dica sì al bis e non escluda ufficialmente l'ipotesi della rielezione nel febbraio del prossimo anno, come invece aveva lasciato intendere qualche mese fa.

Draghi intende concludere il suo mandato e arrivare alla fine della legislatura nel 2023 per completare il lavoro iniziato con la caduta del Conte II e arrivare all'implementazione completa del Recovery e all'uscita definitiva della pandemia. Il problema è che Draghi sarebbe anche la figura ideale per il Colle, l'unico in grado di mettere d'accordo Enrico Letta e Matteo Salvini, i 5 Stelle e Silvio Berlusconi. Ma se il premier diventa Capo dello Stato e Mattarella non accetta la rielezione il rischio è quello di una lunga empasse con un Parlamento bloccato e la rottura del clima di unità nazionale fondamentale in questa fase. Ecco perché dalla presidenza del Consiglio è partito il pressing informale sul capo dello Stato affinché valuti o quantomeno valuti il bis nell'interesse del Paese.

Sulla stessa linea, spiegano sempre fonti politiche di maggioranza, anche da ambienti vicini alla Commissione europea a Bruxelles sarebbero partiti segnali in direzione del Quirinale per cercare di convincere Mattarella a dire alla rielezione nel 2022. I leader dei partiti continuano pubblicamente a dichiarare che della partita della presidenza della Repubblica se ne parlerà in autunno-inverno e che è troppo presto, ma dietro le quinte si sta già lavorando da settimane. Nel Pd sono convinti che Salvini in prima battuta farà il nome di Berlusconi (il "sogno" di Antonio Tajani), in quanto gliel'avrebbe promesso in uno dei tanti faccia a faccia di questi mesi. Proposta che spingerà il Centrosinistra - i Dem sperano in accordo con il M5S e Giuseppe Conte - a proporre un proprio nome di bandiera. Dopo i primi scrutini andati a vuoto - i rapporti di forza si equivalgono con il Centrodestra che recupera grazie ai delegati regionali - l'unica way out sarebbe quella del Mattarella bis, accettata da tutti, per evitare tanto la lunga empasse quanto di bruciare la carta Draghi. Nella speranza che il pressing in atto (che continuerà) sul Quirinale produca i frutti sperati.