Dazi, Rampelli (FdI): "Non escluderei accordi bilaterali Italia-Usa se naufragano i colloqui tra Trump e l'Europa"

"L'Ue non si faccia dettare l'agenda dalle lobby". Intervista

Di Alberto Maggi
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Politica

"Anticipare la conclusione del negoziato con un accordo iniquo o una rottura violenta equivarrebbe a un atto di masochismo"


"Ogni trattativa che si rispetti si tiene in piedi fino all’ultimo secondo utile, questa sui dazi non fa eccezione. Anzi... Anticipare la conclusione del negoziato con un accordo iniquo o una rottura violenta equivarrebbe a un atto di masochismo". Con queste parole Fabio Rampelli, vice-presidente della Camera di Fratelli d'Italia, risponde alla domanda di Affaritaliani.it se l'Unione europea debba insistere nella trattativa a oltranza con gli Stati Uniti sui dazi.

Ci si deve preparare anche a eventuali dure contro-misure? "Dobbiamo tenere unito l’Occidente, come ha sottolineato il presidente Meloni a Trump fin dal primo incontro a Washington, dimostrando anche per questo di essere perno insostituibile di un’alleanza atlantica che si fonda su valori comuni e non solo su economia e commercio. Un richiamo del nostro governo agli Stati Uniti che ha emozionato molti italiani. Se l’emergenza finanziaria degli Usa fosse incomprimibile dovremo certamente rispondere. Siamo stati molto disponibili con i colossi del web i quali si ostinano a non pagare le tasse al pari di tutte le altre imprese laddove fanno enormi profitti", risponde Rampelli.

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E se naufragassero i colloqui con Bruxelles, il governo italiano dovrebbe trattare singolarmente con il presidente Trump per difendere il Made in Italy? Il vice-presidente della Camera di FdI risponde: "Io sono del parere che occorra sempre fare l’impossibile per difendere gli interessi nazionali, quindi non escluderei - qualora fosse compatibile con la legislazione europea - taluni accordi bilaterali. Ma l’Ue è ormai diventata un’istituzione governata da burocrati e lobbisti, non può andare avanti così". 

Qualche esempio? "Se l’Italia vuole per esempio impedire ai minorenni di devastarsi il cervello sulle piattaforme social non si apre una discussione politica con i Commissari di Bruxelles, ma sono i vertici del pachiderma europeo a dire se e come si deve procedere, dopo aver preso loro accordi con i giganti economici. Non decide la democrazia dei popoli ma l’oligarchia dei portatori di interessi che tratta con la casta dei capi struttura che dà ordini a ministri e parlamenti nazionali. È necessario dare potere alla democrazia. Una cosa è la regolamentazione delle lobby e il loro ascolto, un'altra è farsi dettare l'agenda da loro. Per questo occorre cambiare i processi decisionali e limitare la loro ingerenza. Questa è una delle ragioni del tafazzismo europeo che, come ha detto dal principio Giorgia Meloni a Ursula Von der Leyen, sì autoflagella con auto-dazi imposti da accordi impropri spesso etero diretti", conclude Rampelli.

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