Referendum, Cacciari: "Voterò cinque SI'. Cancellare le sciagurate politiche renziane sul lavoro"

"Quorum difficilissimo, ma non sprechiamo questa occasione". Intervista

Di Alberto Maggi
Politica

"Jobs Act? Dobbiamo far capire alle persone che quella è stata una generale debacle, un resa culturale incondizionata alle politiche neo-liberiste"


"Sì, certo. Andrò ai seggi e voterò cinque SI' convinti soprattutto ai due referendum che cancellano il Jobs Act". Lo annuncia ad Affaritaliani.it Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, filosofo e noto volto televisivo. "Certamente non è con i referendum che si impostano le politiche con i sì e i ma. I referendum impediscono un'articolazione del discorso, essendo abrogativi, che sarebbe necessaria. Ma ritengo che sia necessario un segnale rispetto all'andazzo sciagurato delle politiche renziane e del Centrosinistra degli ultimi decenni sul lavoro. Temo che il quorum non verrà raggiunto, visto che questo appuntamento referendario non è certo stato finora e non è nemmeno oggi al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica e tutto ciò esula dalla volontà e dalla capacità dei promotori dei quesiti. Obiettivamente la gente ha altro a cui pensare".

Tornando sul lavoro e sulle riforme di Matteo Renzi del Jobs Act, Cacciari spiega: "Dobbiamo far capire alle persone che quella è stata una generale debacle, un resa culturale incondizionata alle politiche neo-liberiste. Non è con i segnali che si costruisce la politica e che si fanno le riforme, ovvio, ma visto che l'8 e il 9 giugno c'è questa  occasione cerchiamo di non sciuparla, almeno per chi la pensa come me. E' chiaro che la sfida del quorum è difficilissima e non voglio gettare solo la croce sugli organizzatori dei referendum o sul boicottaggio del Centrodestra, dei giornali e delle televisioni. La gente in questo momento ha ben altro a cui pensare, tra guerre in giro per il mondo e tutto il resto. E' chiaro però che se si arrivasse, faccio un esempio, a una partecipazione al voto del 49% sarebbe un segnale molto forte e importante, se invece l'affluenza alle urne si fermasse al 20% sarebbe un flop vergognoso", conclude l'ex sindaco di Venezia.

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