Sardegna, Mulè attacca Meloni: "Non si vince imponendo i nomi. Una lezione"

Il vicepresidente della Camera di FI punta il dito contro la premier e Salvini: "Il Cdx quando fa le cose di fretta poi va male. Paghiamo i derby interni"

di redazione politica
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Giorgio Mulè
Politica

Sardegna, Mulè: "Totalmente sbagliate le scelte dei tempi e del candidato"

Il voto in Sardegna ha sancito non solo la vittoria di Todde su Truzzu ma anche la spaccatura nella maggioranza. Dopo la certezza della sconfitta è partito il tutti contro tutti. Meloni ha attaccato la Lega, Salvini ha lasciato in anticipo il Cdm e anche Forza Italia si è iscritta alla partita delle accuse reciproche. "Non si devono fare prove di forza pesando i voti su elezioni differenti - dice il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè a Repubblica - e non si deve arrivare a ridosso delle elezioni per scegliere i candidati. Il centrodestra quando fa le cose in fretta va male: vedasi quello che è accaduto a Roma. La lezione del voto sardo è questa. Poi si può anche discutere sul candidato in particolare, Truzzu, e la sua città, Cagliari, che ha governato e che lo ha in parte penalizzato. Altra conferma di un'altra lezione che arriva da questa tornata: le valutazioni devono essere serene e distaccate da appartenenze, specie quando si parla di amministrative".

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Mulè punta il dito non solo contro la premier, ma anche contro la Lega. Nel mirino dell'esponente di Forza Italia finisce la lotte tra Meloni e Salvini per la scelta del candidato. "I leader del centrodestra - prosegue Mulè a Repubblica - devono sempre agire con maturità, come hanno sempre fatto, e non bisogna mai, dico mai, fare derby interni e prove di forza credendosi superiori in partenza. Sbagliata la scelta dei tempi. Ma non solo. Il nostro candidato non ha saputo convincere molto e lo si vede dalla somma dei voti delle liste che è superiore al voto per Truzzu. C’è stato un problema evidente di analisi: imporre è sempre sbagliato. Comunque il voto sardo serve a tutti noi per maturare e spero che si non facciano più gli stessi errori in Basilicata, Umbria e Piemonte".