Raiola, vaffa a Paola Ferrari per difendere Donnarumma. Giudice: "Non è reato"

La giornalista voleva 5 mln di risarcimento dal procuratore per "diffamazione", ma invece toccherà a lei pagare le spese legali

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Raiola, vaffa a Paola Ferrari per difendere Donnarumma. "Non è reato"

Paola Ferrari ha perso la sua battaglia legale con Mino Raiola, il procuratore di Gigi Donnarumma, il portiere della Nazionale. La storia risale a tre anni fa, quando già allora l'ex numero uno del Milan era alle prese con il suo primo rinnovo di contratto. La giornalista sportiva della Rai su Twitter si era lasciata andare - si legge su Libero - ad un commento: "Donnarumma non deve indossare la maglia della Nazionale per almeno un anno. Codice etico? Quale peggior esempio di chi tradisce per i soldi? Chi indossa quella maglia deve essere un esempio per i giovani e lui non lo è più". Dopo qualche giorno è arrivata in conferenza stampa la replica del suo procuratore, Mino Raiola.

"Ho sentito dire da Paola Ferrari - prosegue Libero - che Donnarumma dovrebbe lasciare la Nazionale per il codice etico, detto da una che ha il marito che gestisce i fondi (Marco De Benedetti ndr) e che pensa ai soldi quando si sveglia al mattino e quando va a letto la sera. Perciò io mi incaxxo con quella Paola. Come ti permetti di dire codice etico. Ma vaffa... tu e tutto il fondo Carlyle". Il giudice ha dato ragione a Raiola, "perchè il marito della Ferrari e Raiola perseguono lo stesso scopo. E gli insulti rientrano nel diritto di critica e seppur lesivi sono collegati alla manifestazione di un dissenso ragionato, non è un'aggressione gratuita".