Cronache

Campania: il Dac presenta Sirimap, localizza le plastiche in mare

 

Napoli, 25 mag. (askanews) - Un nuovo sistema di localizzazione in mare di macro, meso e microplastiche mediante l'impiego di piattaforme remote e di prossimità, per il successivo recupero e riciclo. È l'obiettivo di Sirimap, acronimo di Sistemi di Rilevamento dell Inquinamento Marino da Plastiche e successivo recupero-riciclo, un progetto guidato dal Distretto Aerospaziale della Campania Dac e presentato nella sede dell Unione Industriali di Napoli.La realizzazione è stata possibile grazie ad un'attività di ricerca e sviluppo industriale del valore di 6.6 milioni di euro che focalizza anche i sistemi per il campionamento, le metodologie per l analisi in situ ed in laboratorio delle plastiche e la messa a punto di opportune strategie di recupero e riciclo.Per il presidente del Dac - Luigi Carrino il progetto esprime diversi valori ed ha un obiettivo di altissimo valore: "L'individuazione attraverso tecniche spaziali integrate da tecniche aeronautiche e dall'uso dei droni, delle plastiche che inquinano i nostri mari.Abbiamo creato un sistema esperto che è capace di acquisire tutte le informazioni e che ci consente di andare a eliminare le plastiche che inquinano".Carrino, poi, evidenzia come sia importante per generare opportunità, l'incontro tra imprese e centri di ricerca: "Noi abbiamo davvero bisogno di avere una colonna portante per lo sviluppo di questa regione nel manifatturiero; certamente l aerospaziale è questa colonna e noi dobbiamo sostenerla".Michelangelo Giuliani, del consorzio Caltec/OMI, insieme al suo staff ha realizzato un convertiplano a pilotaggio remoto per il campionamento nell'analisi di dettaglio delle microplastiche in mare: "Il progetto prevede una grossa integrazione tra le analisi a distanza e orbitali delle superfici fino alle analisi di laboratorio. Noi ci poniamo in mezzo nell'analisi ottenuta attraverso una più capillare indagine, sia rilasciando dei sensori delle dimensioni di un kiwi in zone strategiche identificate preventivamente dal satellite, sia osservando a distanze più ravvicinate con sensori adatti gli specchi d'acqua per rilevare fluttuazioni, variazioni e possibili trend della faglia inquinata, intesa come dispersione del materiale che potrebbe per moto ondoso coprire superfici non facilmente raggiungibili da distanza orbitale".