Cronache

Rap, teatro e breakdance a scuola per combattere l'ansia da Covid

 

Roma, 24 nov. (askanews) - Laboratori di breakdance, rap, teatro e scrittura creativa, l'arte al servizio dei ragazzi, contro la povertà educativa e per elaborare paure e ansie legate al Covid. A Roma fuori dall'Istituto comprensivo Via delle Carine, con vista sul Colosseo, gli alunni della scuola media Giuseppe Mazzini ballano, recitano, fanno musica e rappano per esorcizzare la sofferenza di questi mesi di pandemia. A guidarli sotto la mascherina c'è anche Luca Mascini, leader di Assalti Frontali. "L'abbiamo creata noi sulla base di cosa sentiamo, cosa proviamo in questi momenti, anche per divertirci, senza avere tutta l'angoscia del Covid e i problemi", racconta uno studente.Gli incontri fanno parte di "Doors" (dall'inglese "porte"), un progetto nazionale pensato per aprire la scuola al territorio, sostenuto da un partenariato di 28 enti, coordinato da Cies onlus (Centro informazione ed educazione allo sviluppo onlus) e co-finanziato dall'"Impresa Sociale Con I Bambini" nell'ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile. "L'obiettivo è quello di permettere ai ragazzi di elaborare tutto quello che gli è rimasto dentro, quello che hanno passato, la sofferenza, i dubbi, le incertezze, elaborare, permettergli di lavorare dentro se stessi, tirando fuori tutto quello che hanno dentro", ha spiegato l'epistemologo e professore di italiano Enrico Castelli Gattinara, mentre seduto su un muretto finiva di correggere i compiti.Tra il primo e il secondo lockdown le emozioni vissute sono state molte e molto diverse: "Quando è ricominciata la scuola c'è stato un grandissimo entusiasmo, troppo, perché fa dimenticare che il periodo passato ha lasciato dentro delle ferite e quindi loro dopo un mese, un mese e mezzo hanno cominciato a manifestare un certo disagio, incertezza, disagi, dubbi, angoscia, ansia, anche perché non si sapeva se si sarebbe richiuso, cosa sarebbe successo, c'è sempre il dubbio sul futuro. Però loro a differenza nostra sono proiettati verso il futuro, per loro il futuro è la promessa, è ciò che desiderano conquistare, invece noi glielo abbiamo chiuso, gli abbiamo messo delle barriere: la mascherina, il distanziamento, etc.etc.", ha aggiunto.Le attività di ArtEducazione outdoor "A scuola di distanze" all'istituto Via delle Carine sono organizzate da MaTeMù, Centro giovani scuola d'arte dell'Esquilino. Come sarà il futuro post-Covid?"Se ci sarà un vaccino probabilmente, se anche solo il 30% della popolazione si vaccinerà la situazione sarà già migliore, magari dovremo solo tenere le mascherine, però, sarà tutto più controllato e potrà essere un po' più normale rispetto a ora, si potrà tornare a viaggiare e magari non stare più sempre con questa ansia della quarantena e di un nuovo lockdown, spero sarà più facile e più liscio diciamo", si è augurata questa studentessa.