Economia

Biagi, la riscoperta del Libro Bianco a 20 anni dall'assassinio

 

Roma, 31 mar. (askanews) - Flessibilità e cambiamenti nel mondo del lavoro a 20 anni dall'assassinio di Marco Biagi, il giuslavorista e consulente del ministero del Lavoro ucciso dalle Brigate Rosse il 19 marzo del 2002. Per riscoprire il suo insegnamento in un mercato messo a dura prova prima dalla pandemia e adesso dalla guerra in Ucraina, l'Ugl ha organizzato un convegno dal titolo "Dalla riforma Biagi ai nuovi lavori".Il segretario generale dell'Ugl, Paolo Capone, ha ricordato l'importanza del Libro Bianco, che delineava le riforme necessarie per cambiare il Paese. "Il Libro Bianco ha stabilito 20 anni fa che cosa era il mondo del lavoro e quanto doveva cambiare - ha detto Capone - forse troppo all'avanguardia rispetto a quanto era capace il mondo del lavoro in quel momento di assorbire, comprendere. Non tutto quello che ha fatto Marco Biagi è stato immediatamente percepito come positivo. C'è stato un dibattito importantissimo con le organizzazioni sindacali, anche di dialettica molto accesa. L'epilogo del suo lavoro, che è stato l'assassinio messo in campo dalle Brigate Rosse, la dice lunga su quanto quelle riforme erano necessarie per cambiare il Paese. Le forze conservatrici tendono a bloccare qualunque riforma. Le forze progressiste, delle riforme e della realtà, invece lavorano per dare risposte nuove a problemi nuovi".L'attualità di Biagi sta nell'intuizione del docente di diritto del lavoro di non affidarsi alle tutele difensive del secolo scorso. Gli strumenti tradizionali si stanno esaurendo, oggi la sfida è riuscire a sbloccare un mercato troppo ingessato facendo transitare le persone da un mestiere a un altro, come ha sottolineato l'ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi."Ci sono tante insicurezze oggi nella nostra società e anche, in modo particolare, nella continuità del lavoro - ha affermato Sacconi - di fronte a queste insicurezze è importante riscoprire Marco Biagi perché ci diceva che le vecchie difese, le vecchie tutele difensive del '900, non funzionano in un mondo che cambia così velocemente. E la politica talvolta è schizofrenica perché da un lato finanzia le transizioni, le trasformazioni tecnologiche ed ecologiche, e adesso avremo quelle che deriveranno da questo conflitto; dall'altro blocca il mercato del lavoro. Invece bisogna aiutare le persone a transitare a un altro mestiere, a un altro lavoro, anche dentro lo stesso rapporto di lavoro. Il moderno articolo 18 è davvero un investimento continuo e utile sulle competenze della persona, in funzione di una nuova occupazione o di una solida occupazione dal punto di vista professionale".All'iniziativa hanno partecipato anche l'ex sottosegretario del Lavoro, Pasquale Viespoli, il segretario confederale della Cisl, Giulio Romani, e l'ex amministratore delegato di Italia Lavoro.