Economia

Il futuro dei media e la sfida alla rete: un incontro alla Fieg

 

Roma, (askanews) - Internet significa la morte dei media tradizionali? Se lo chiede il libro di Vittorio Meloni, edito da Laterza, "Il crepuscolo dei media". Secondo l'autore, che nel libro ha delineato lo stato attuale dei media come li conosciamo oggi, con tanto di analisi di numeri e dati che illustrano la crisi e anche le possibili evoluzioni, non esistono ricette pronte all'uso. Alla presentazione a Roma, nella sede della Fieg, la federazione italiana degli editori dei giornali, si è parlato quindi della sfida digitale dei media tradizionali di fronte ai big player della rete; di trasformazioni, nuovi modelli produttivi e distributivi da sperimentare, di regole da adeguare a questa nuova realtà che sta cambiando tutta la filiera dell'editoria e dell'informazione. Vittorio Meloni: "Ricette per la sostenibilità di questa industria non ce ne sono, ci sono dei tentativi importanti anche a livello internazionale di valorizzare i brand d'informazione più nota espandendo, grazie a queste piattaforme digitali, il loro raggio d'azione, trasformando un'industria prevalentemente basata sui ricavi pubblicitari in un'industria basata essenzialmente sulla vendita di contenuti esclusivi. E' questa la grande sfida che però deve fare i conti con la capacità dell'editoria tradizionale di entrare nel mondo digitale e social e di essere protagonista di quelle nuove realtà".Secondo il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, Giovanni Pitruzzella, servono regole adeguate alla nuova realtà, nella quale ha fatto irruzione il mondo della rete:"Le trasformazioni che hanno portato allo strapotere di queste piattaforme impongono delle regole che garantiscano il pluralismo dell'informazione, un tempo assicurato dai media tradizionali, e che ora richiede nuovi assetti".A proposito di regole, ecco il punto di vista della Fieg, con il presidente Maurizio Costa: "Quando parlo di regole, parlo di definizione del valore dei contenuti e la loro proprietà. E quindi il fatto che i contenuti, quando hanno un valore, devono essere remunerati; sulla pubblicità ci deve essere trasparenza e una competizione con regole valide per tutti gli operatori; e occorre la consapevolezza che la sfida si vincecon un miglioramento ulteriore della qualità dell'informazione e del prodotto editoriale, che è fatto di autorevolezza, di approfondimento delle fonti, di pluralità e polifonia, di qualità e di giornalismo professionale".Al tavolo alla Fieg hanno offerto il loro contributo anche il direttore di Repubblica, Mario Calabresi, e il direttore del tg di La 7, Enrico Mentana. Secondo il primo di fronte ai big player come Google e Facebook è inutile "rinchiudersi in una torre d'avorio", meglio trattare sui dati personali e sulla pubblicità". Secondo Mentana, il problema dei media tradizionali come giornali e tv, è strutturale. I contenuti "sono realizzati da sessantenni per sessantenni", mentre i giovani non leggono i giornali né guardano la tv. L'unica soluzione per la sopravvivenza di questi media, definiti come un museo "dell'antiquariato", risiede in una loro profonda trasformazione, che coinvolga direttamente le nuove generazioni.