Politica

Mondiali di scacchi in Iran, le giocatrici difendono il velo

 

Roma, (askanews) - La decisione della campionessa americana Nazi Paikidze-Barnes di boicottare i mondiali di scacchi in Iran, dove le donne sono obbligate a indossare il velo, ha spinto alcune giocatrici locali a sottolineare che questa decisione va contro gli interessi delle donne iraniane.Dalla rivoluzione islamica del 1979, l'Iran ha imposto l'obbligo di indossare l'hijab alle donne nei luoghi pubblici e la giocatrice americana di origini georgiane, 22 anni, si è detta pronta a rinunciare all'evento di febbraio piuttosto che "sostenere l'oppressione delle donne". Su Instagram inoltre ha lanciato una petizione per chiedere a Fide, la Federazione internazionale degli scacchi, di cambiare il luogo della competizione.La giocatrice iraniana Sara Khademalsharieh, 19 anni, ha commentato: "Solo un giocatore su 64 si è lamentato del velo, gli altri che si lamentano non prendono parte all'evento, stanno semplicemente usando le loro opinioni contro la federazionale mondiale degli scacchi - ha affermato, ricordando - Rispetto cosa dicono sul velo, ma non è la prima volta che da noi si tiene un evento internazionale".Della stessa idea la sua compagna di squadra, Mitra Hejazipour, 23 anni, secondo la quale l'hijab non è un mezzo di oppressione, le donne ci sono abituate ed è una delle leggi iraniane.Al limite del sessismo la replica del responsabile della federazione degli scacchi iraniana, Mehrdad Pahlevanzade, secondo il quale non esiste un posto al mondo dove le persone possano girare nude:"Vedete le donne e le ragazze iraniane sono molto più brave dei ragazzi, una delle ragioni potrebbe essere che coprendo i capelli e il loro corpo possono concentrarsi maggiormente sullo studio".