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Costume
Tradimento, l'Italia è il Paese più infedele

È ufficiale, in Francia l’infedeltà non è più un atto contro la moraleLo dichiara la Corte di Cassazione francese nella sentenza sul caso Point de vue, magazine citato per diffamazione dal deputato Patrick Devedjian per averne insinuato la relazione extraconiugale con la allora giornalista – e oggi ex moglie di Francois Hollande -  Valérie Trierweiler.

Poco importa che l’affair tra Devedjian, sposato e padre di 4 figli, e la Trierweiler si sia o meno consumato: a fare scalpore è la sentenza a dir poco rivoluzionaria, che spoglia il paese di qualsiasi vestigia moralista e lo proietta definitivamente nella più totale laicità: “Con l’evolversi delle abitudini così come dei concetti morali, ad oggi non è più possibile considerare l'infedeltà coniugale come in contrasto con la comune rappresentazione della moralità nella società contemporanea”. L’infedeltà non è quindi diversa da qualsiasi altra forma di libertà di espressione, tant’è che gli opinionisti francesi già si interrogano su quanto tempo passerà prima che esca per sempre dalla lista delle cause che giustificano un divorzio.

Ma questo non è che l’epilogo di un dibattito tra infedeltà e morale e che ha incendiato il paese sin dallo scorso febbraio 2015, quando il colosso del tradimento online Gleeden.com – il più grande sito d’incontri in Europa dedicato esclusivamente a donne sposate o in coppia in cerca di avventure– ha fatto infuriare le associazioni familiari cattoliche per aver tappezzato Parigi di manifesti pubblicitari inneggianti in modo non proprio sottile all’infedeltà coniugale. 

Ma se in Francia l’infedeltà coniugale è stata definitivamente sdoganata, cosa si può dire per l’Italia? Con il Family Day a Roma e il disegno di legge Cirinnà in Parlamento, Gleeden si è interrogato sulla famiglia tradizionale e sul reale valore della fedeltà all’interno del matrimonio, raccogliendo dati a dir poco sorprendenti.

ITALIANI E INFEDELTÀ: SI FA MA NON SI DICE? NON PROPRIO…

45%. È questa la percentuale di italiani – sposati o in coppia – che ha dichiarato di aver tradito il partner ufficiale almeno una volta. Percentuale che risulta essere la più alta d’Europa. Lo dichiarano i dati raccolti da un sondaggio IFOP (Istituto francese di opinione pubblica), commissionato qualche mese fa da Gleeden su scala europea.

A sorpresa, la cattolica Italia risulta essere il paese con il più alto tasso di relazioni extraconiugali, superando persino la Francia (43%), la Gran Bretagna (36%) e la cattolicissima Spagna (39%). Non a caso è il paese in cui Gleeden conta oltre 800.000 iscritti, quasi un terzo della sua community totale. 

Ma i dati vanno ancora oltre: alla domanda “ti sei pentito/a di aver tradito il partner?” solo un 27% di italiani ha risposto sì contro il 73% di no. E anche stavolta la percentuale è la più alta d’Europa (Francia e Germania 28%, Spagna 36% e Gran Bretagna 50%). Non solo fedifraghi quindi, ma pure impenitenti.

Ma quale valore morale danno gli italiani all’infedeltà? Perché se cedere alle lusinghe di un amore clandestino può essere prassi comune, farlo diventare moralmente accettabile è tutta un’altra storia.

Ancora una volta i dati sorprendono e dipingono un quadro del nostro paese molto più laico di quello che si pensa. Stavolta i numeri vengono da un sondaggio dell’americana Pew Research, condotto su scala mondiale: se è vero che il 64% degli italiani pensa che l’infedeltà sia moralmente inaccettabile, la percentuale risulta comunque tra le più basse del mondo. Negli Stati Uniti, ad esempio, ben l’84% condanna pubblicamente il tradimento, così come il 76% dei Britannici. A confronto, l’Italia sembra un popolo di libertini, superato solo da Francia (47%) e Germania (60%).

Altri due dati raccolti da IFOP sembrano avvalorare questa tesi: per il 56% degli italiani si può essere innamorati del proprio partner e tradirlo senza tanti complimenti, tant’è che il 40% ha dichiarato di essere stato quasi sicuramente tradito almeno una volta.

Ma Gleeden è andato ancora oltre, coinvolgendo l’IPSOS per un focus tutto italiano. Nel suo Osservatorio Infedeltà, Gleeden riporta che per il 63% degli italiani è del tutto possibile amare due persone contemporaneamente, con un 21% degli intervistati che ha rivelato una stabile e duratura relazione con l’amante contro un 41% di avventure occasionali. Anzi, il 43% si aspetta addirittura di essere perdonato dal partner qualora ne scopra la scappatella. 

INFEDELTÀ E FAMIGLIA: IL CONIUGE TRADISCE DOPO 5 ANNI

In un momento storico in cui l’Italia si interroga più che mai sulla famiglia e sui valori che la costituiscono, questi sono dati che fanno riflettere. Perché la crisi della famiglia tradizionale sembrerebbe cominciare senza troppo scalpore mediatico tra le quattro mura, quando un marito e/o una moglie vengono meno non solo a uno dei precetti fondamentali che suggellano un matrimonio cattolico, ma anche al dovere civile di fedeltà coniugale inteso come lealtà e impegno reciproco dei due coniugi a non tradire la fiducia dell’altro. Non a caso l’infedeltà coniugale continua a rimanere tra le cause più frequenti di divorzio, comportando nella stragrande maggioranza dei casi una sentenza di addebito per il coniuge fedifrago.

Tuttavia, anche in questo frangente sembrano esserci delle aperture. Giusto per fare un esempio famoso, basti vedere la sentenza di divorzio Berlusconi-Lario, in cui dai 3 milioni di euro al mese richiesti inizialmente dall’ex moglie siamo passati a 1,4 milioni, suggerendo di fatto che il Tribunale di Monza abbia condannato meno severamente della Lario la vita dissoluta dell’ex premier. E ricordiamo che oggi è anche possibile ricorrere ogni qualvolta si riesca a dimostrare che il tradimento sia avvenuto come conseguenza di un matrimonio già in crisi, piuttosto che come sua causa scatenante.

Ma se l’infedeltà sembra essere parte del DNA italiano, qual è il tetto massimo concesso alla fedeltà coniugale? A rivelarcelo è ancora IPSOS: il 35% degli intervistati dichiara di aver ceduto al tradimento dopo il 5° anno di matrimonio, il 30% tra il 2° e il 5° anno. Per un 20% un anno di fedeltà è stato più che sufficiente, mentre un 15% ha resistito solo 3 mesi.

L’AMORE SI PUÒ CONDIVIDERE MA IL SESSO INFEDELE È ANCORA TABU

Se legge e sondaggi sembrano porre l’Italia sulla buona strada per seguire l’esempio della Francia e spogliare l’infedeltà di qualsiasi velleità moralistica, altri dati – sempre IPSOS – rivelano uno spaccato ancora confuso, in bilico tra rivendicazioni laiche ed eredità ancora fortemente cattolica.

Il 76% degli Italiani ha infatti dichiarato che rimanere fedeli per tutta la vita è possibile. E la risposta è trasversale a qualsiasi fascia d’età, religione e orientamento politico.

Ma com’è possibile avere un dato in totale contraddizione con quanto detto fino adesso? Anzi, che sembra addirittura confutare tutto?

Quello che gli italiani non riescono ancora ad accettare quando si parla di infedeltà è la manifestazione del suo lato puramente sessuale: tra gli atti che costituiscono fonte di tradimento infatti figurano baciare alla francese una persona diversa dal partner (77%), avere rapporti orali (89%), fino al rapporto sessuale vero e proprio, sia che si tratti di un episodio momentaneo (89%) che di una pratica regolare (92%).  

Innamorarsi di un’altra persona ve bene quindi, basta che l’amore rimanga platonico e non si traduca in qualcosa di più. A quel punto scatta la l’infedeltà, a cui a quanto pare non sappiamo resistere,perché Family Day o no, l’Italia rimane il paese più infedele d’Europa.

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