"E' solo tosse, non ha niente". Ma il bimbo muore soffocato

E' trascorso più di un anno dall’improvvisa scomparsa di Alessandro Favilla, il bimbo di 10 anni morto quella tragica mattina tra le braccia del padre Emanuele e della mamma Alessia in via Orzali all’Arancio a Lucca. Alessandro è morto soffocato da una fatale crisi respiratoria che nessun medico aveva previsto, nonostante le ripetute visite alle quali in quelle settimane i genitori lo avevano sottoposto, preoccupati dal suo respiro affannoso dopo un complesso intervento chirurgico.
Il bambino, operato a Roma, era stato rimandato a casa con tante rassicurazioni ed era anche rientrato a scuola a San Lorenzo a Vaccoli. Anche i medici lucchesi avevano tranquillizzato i familiari: una bronchite. Poi la tragedia. Ma si può morire così a dieci anni? Sulla tragica fine di Alessandro la Procura ha aperto un’inchiesta, affidata al pm Fabio Origlio, che ha indagato 8 medici, sei dei quali lucchesi e due romani. All’epoca furono disposte anche delle consulenze, ma ancora il perito della Procura non ha consegnato la sua relazione. Un documento chiave per capire come è morto Alessandro e se qualcuno ha sbagliato. "Vogliamo la verità: Alessandro poteva essere salvato?", chiedono genitori e nonni. E’ passato un anno e le risposte ancora non ci sono.
L'inchiesta è ora alla stretta finale. Il pm Fabio Origlio ha chiesto al gip di fissare un incidente probatorio per mettere a confronto le ultime risultanze delle perizie. Da un lato quella del perito della Procura e le valutazioni di quello dei genitori del bimbo, dall'altro il parere dei periti dei medici indagati. Sarebbe finora emerso, scrive La Nazione, che Alessandro aveva in corso una polmonite e anche una stenosi della trachea: per questo sarebbe stato soffocato dal catarro. Nessuno aveva pensato di ricoverarlo o di approfondire in modo accurato la situazione, nonostante i vari accessi dei genitori al pronto soccorso pediatrico del Campo di Marte.