Jennifer come Giulia Tramontano uccisa incinta: niente omicidio per il bimbo - Affaritaliani.it

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Jennifer come Giulia Tramontano uccisa incinta: niente omicidio per il bimbo

Di Redazione Cronache

Il legale che seguì il caso Zacconi: “Niente omicidio per il bimbo, forse qualcuno teme si possa incrinare il diritto all'aborto"

In che senso avvocato Schioppa? Perché il nostro ordinamento fa così fatica a stabilire a chiare lettere che Hevan ieri e Thiago oggi fossero essere viventi con tutto ciò che ne consegue? "Probabilmente perché andiamo a sconfinare e a toccare in modo tangenziale la legge sull’interruzione di gravidanza che però, in casi come questi, non c’entra assolutamente niente, eppure evidentemente rappresenta un punto sensibile dello scontro fra contrapposte ideologie. L’unica spiegazione che mi do è che qualcuno tema che con l’ammissione della natura di omicidio per questo tipo di reati (l’omicidio di un bambino ormai formato ma pur sempre nella pancia della madre ndr) si possa incrinare il diritto dell’interruzione di gravidanza da parte delle donne". 

Ma sono due casi completamente diversi. "Verissimo, totalmente distanti, anche come tempi. Nei casi di Jennifer e Giulia subentrano poi il dolo, la volontà, la determinazione. L’interruzione di gravidanza ha limiti temporali ben precisi per cui nessuno dovrebbe poter accostare le due cose". 

Sono passati tanti anni dall’omicidio di Jennifer. Crede che questo nuovo caso possa indurre il legislatore a introdurre delle novità? "Il legislatore o anche la sensibilità dei nostri magistrati che certe volte ne anticipano il lavoro. Non si può ignorare che nel caso di Jennifer, come immagino in quello di Giulia, ci fu dolo. Nello specifico, la volontà di uccidere le ragazze per uccidere anche il bambino che portavano in grembo". 

Ed è quello che a suo tempo, lei e il suo team di avvocati, riuscì a fare. Non ci fu la condanna per duplice omicidio ma si arrivò fin dove si poteva arrivare. "Sì diciamo che è stato un risultato intermedio, ecco. Siamo riusciti a ottenere che la morte del bambino non venisse totalmente ignorata ma fosse considerata anch’essa dall’ordinamento giuridico come reato. Si è trattato di un successo anche se non siamo arrivati al punto di ottenere che Hevan fosse riconosciuto come persona (ma come come feto sicuramente sì). Ma qualcosa doveva essere fatto perché fu un caso troppo eclatante". 

Come pensa si muoveranno ora gli inquirenti e gli avvocati che seguiranno la famiglia di Giulia Tramontano? "Penso che concentreranno la loro attenzione sulla volontà di uccidere proprio perché non nascesse il bambino. Quindi la presenza di un dolo duplice: non solo per l’omicidio della fidanzata ma anche perché il loro bambino non restasse in vita. Anche in questo caso, come in quello di Jennifer, non un evento secondario né fortuito. La mancata nascita è stato un evento volontario, alla base, per quello che ne so, della decisione di uccidere.

Niero prese il massimo della pena ed è probabile che a Impagnatiello spetti un destino simile. Qualora venisse riconosciuto il duplice omicidio la condanna non potrebbe comunque superare questa soglia come stabilito dal nostro ordinamento. Perché allora insistere con questa battaglia che resta, lo abbiamo detto, soprattutto ideologica? "I soldi non c’entrano, anche perchè per queste famiglie sono solo una magra consolazione. Tanto più che questi personaggi, di solito, non hanno nemmeno un patrimonio sul quale rivalersi. Io penso sia soprattutto una questione di giustizia, per il fatto che non una vita, ma due vite siano state scisse".