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Summertime loneliness: gli adulti italiani sono nella top 5 dei più soli al mondo. Ecco perché la pausa estiva è il momento per riscoprire il valore dei legami umani
L’estate non è solo vacanza, ma un’occasione per riflettere sulla solitudine e per ritrovare la forza delle relazioni autentiche, fondamentali per il benessere individuale e collettivo

Summertime loneliness

Ketty Panni e Ombretta Zulian

Mauro Magatti
Estate, solitudine e relazioni: perché la pausa estiva è il momento per riscoprire il valore dei legami umani
Lana del Rey cantava “Summertime sadness”, tristezza estiva. Ma, soprattutto nell’ultimo periodo, è la “Summertime loneliness”, ovvero la solitudine estiva, a tenere alta l’attenzione di sociologi e studiosi. L’estate non è solo un periodo di riposo, di pace e di… vacanze. L’estate è anche il momento per la riscoperta del valore delle relazioni umane in un mondo che ha tanto (tantissimo) bisogno di rapporti e di interazioni tra persone e soprattutto tra generazioni differenti. Non sono più solo gli anziani che, specie nel periodo della pausa agostana, soffrono la solitudine. Un recente studio a cura del Daily Mail ha infatti dimostrato come anche le persone di mezza età (gli over 50) sperimentano i tassi più elevati di solitudine. Gli scienziati dell'Emory University in Georgia hanno studiato i tassi di solitudine in 29 Paesi, tra individui di età compresa tra 50 e 90 anni. Davanti all’Italia, piazzata al quarto posto, la classifica vede in cima al podio dei “Paesi più solitari” la Grecia, seguita dalla vicina Cipro e sul terzo gradino la Slovacchia. Gli esperti dell'Emory University, in collaborazione con i ricercatori della Columbia University di New York, della McGill University e della Universidad Mayor di Santiago del Cile, hanno analizzato i dati di oltre 64mila persone provenienti da paesi del Nord America, Europa e Medio Oriente. L'obiettivo è stato quello di indagare la prevalenza della solitudine e la sua relazione con fattori quali età, genere e salute. Al quinto posto si piazzano gli Stati Uniti. Una ricerca dell'Office for National Statistics ha rilevato, inoltre, che un milione di persone tra i 16 e i 29 anni soffre di "solitudine cronica", mentre un sondaggio condotto su 1.500 lettori di Cosmopolitan UK ha rilevato che il 96% ha sperimentato la solitudine almeno una volta nella vita.
Dati che, se comparati a livello internazionale, nascondono la necessità di dover mettere in pratica tutta una serie di best practices con l’obiettivo di “riaccendere” la voglia di creare relazioni buone, positive e per andare a risvegliare la bellezza del rapporto umano che, in una società connessa e globalizzata, sta lentamente perdendosi tra social network, rapporti a distanza e scarsità di comunicazione. E l’estate deve essere il momento per rigenerarsi nel corpo ma anche nello spirito per tornare al lavoro con più grinta e con una rinnovata voglia di ritrovare legami e relazioni condivise. “Pensiamo che rientrare non sia riprendere la routine, ma ritrovare senso, legami, prospettive condivise: è da lì che può ripartire davvero il cambiamento. Tornare alla quotidianità, non significa semplicemente riprendere il ritmo frenetico degli impegni - affermano Ketty Panni e Ombretta Zulian di Fondazione Relazionésimo ETS - significa riconnettersi con ciò che conta davvero, con le persone, con i valori che ci ispirano, con gli spazi di ascolto e di visione che abitualmente vengono trascurati.Le sane relazioni sono la base su cui costruire il benessere individuale e collettivo, e rappresentano il vero antidoto a quella solitudine silenziosa che cresce soprattutto nei momenti di passaggio”.
Ad esempio, diverse ricerche hanno esaminato come la solitudine sia legata addirittura alle variazioni stagionali, scoprendo che essa è più elevata in primavera e in estate. Un’analisi della Cambridge University ha evidenziato, in aggiunta, che i tassi di suicidio tendono a essere più elevati nei mesi primaverili ed estivi. Sotto l’ombrellone, o durante una bella passeggiata nei boschi in montagna, può riaccendere la voglia e la necessità di creare “good connections”, quelle belle relazioni umane che possono accompagnare le persone a vivere con maggiore serenità il periodo estivo. Ulteriori considerazioni sul tema arrivano da Mauro Magatti ordinario di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano: “Proprio il tempo estivo che ci libera da tanti impegni, è una bella occasione per prendersi cura delle relazioni sociali con gli altri in maniera concreta aldilà dei rapporti funzionali che si hanno quotidianamente nelle attività lavorative e professionali. Scopriremo così da una parte le gioie di queste relazioni ma anche la necessità di riattivare le nostre competenze relazionali. Come tutte le attività umane anche le relazioni hanno bisogno di cura e di competenza. Un arricchimento che potremmo poi impiegare nelle attività di tutti i giorni”.
Nel vecchio continente la Danimarca risulta uno dei Paesi “più felici” con livelli di solitudine relativamente bassi. Stessa situazione – positiva – è vissuta dalle persone di mezza età dei Paesi baltici, della Svizzera e dell’Austria. Questo è legato a fattori esterni che garantiscono una sicurezza sociale maggiormente diffusa: a influenzare positivamente sono stati ad esempio la presenza di servizi sanitari in particolare per l’assistenza alle persone diversamente abili, per le famiglie con bambini piccoli, fornendo pure sussidi per gli alloggi e altre forme di garanzie a tutela della persona. I Paesi del Mediterraneo si confermano fanalino di coda per la scarsa attenzione a questi espetti. È prioritario riscoprire la bellezza e l’importanza della centralità dei rapporti umani, veri e sinceri, con l’obiettivo di costruire una società e una realtà che sia il più inclusiva possibile, anche per andare a recuperare le relazioni perdute. E quale momento migliore, se non quello del periodo della pausa estiva.
Ecco qualche semplice suggerimento per cercare di coltivare relazioni sociali autentiche:
Ascolta con il cuore e mettiti nei panni dell’altro;
Sii presente. Dedica tempo di qualità, coltivando piccoli e semplici gesti quotidiani, mattoni della fiducia;
Esprimi il tuo punto di vista con rispetto;
Prenditi cura di te e dell’altro, rispettando gli spazi di entrambi;
Pratica la reciprocità e il valore del dono;
Alimenta la gratitudine e riconosci negli altri ciò che ti fa stare bene;
Affronta le conflittualità in modo costruttivo cercando soluzioni e non colpevoli;
Sii fedele a te stesso per essere autentico con gli altri;
Custodisci i legami perché la memoria è radice e identità;
Resta aperto alla sorpresa e accogli le differenze come opportunità.