Culture
Il Leone d'oro? Senza distributore. Il Festival di Venezia è ormai da serie B
"Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza". Sarà il titolo, ma il film svedese che ha trionfato a Venezia appena concluso non ha trovato un distributore italiano. E a che cosa serve un festival se poi le sue opere non le vede nessuno? Senza contare l'effetto Toronto, che sta rubando i migliori al Lido. Altro che Cannes, la Mostra in Laguna sta diventando da serie B...
"E' un po' come per le poesie, i libri che le contengono si stampano, ma quelli che li leggono sono pochi. E l'editoria è un'industria, proprio come il cinema". Lo ha affermato proprio qualche giorno fa Paolo Baratta, il presidente della Biennale di Venezia, che presiede la Mostra Cinematografica più prestigiosa d'Italia. Il discorso di Baratta è vero e comprensibile, ma è altrettanto vero che l'obiettivo di un festival cinematografico sta proprio nel riuscire a dare un canale distributivo a opere che altrimenti resterebbero nascoste. Un Festival con la F maiuscola riesce a valorizzare il talento e l'arte, anche quelli nascosti.
Peccato che invece tutte le opere andate per la maggiore sul Lido faranno fatica a trovare la luce del proiettore. Già, perché la maggior parte dei titoli che hanno ricevuto un premio da parte della giuria non hanno ancora riscontrato l'interesse di un distributore. E' il caso, per esempio, del vincitore, il film dello svedese Roy Andersson, "Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza", che non ha ancora trovato il varco giusto per uscire nelle nostre sale.
Stessa sorte per il vicecampione, vale a dire "Le notti bianche del postino" del regista russo Andrej Konchalovskij. A bocca asciutta anche Tales dell’iraniana Rakhshan Banietemad, premiato per la sceneggiatura, così come tanti altri film presentati nel concorso ufficiale. Fatti salvi gli italiani, ha ovviamente trovato immediato spazio anche quel Birdman di Inarritu tanto acclamato dalla critica quanto trascurato dalla giuria lagunare.
La sensazione, purtroppo, è che l'attenzione verso Venezia stia lentamente quanto inesorabilmente scemando. A incidere su questo declino interviene certamente il sempre più crescente peso del festival di Toronto, che si tiene in Canada proprio a cavallo della kermesse veneziana. Una volta i film da Serie A approdavano tutti in Laguna, ora spesso e volentieri prendono il largo.