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Culture
Venezia 75, il fascino dello spazio e grandi temi sociali per l'apertura


Venezia. "Ho voluto fare un documentario famigliare. Entrare nella vita di una persona affascinante come un'astronauta. I mei film precedenti partivano da mie esperienze personali. Spero che il mio film regali allo  spettatore l'esperienza terrificate ed adrenalinica che ha vissuto Neil, catapultato nello spazio con una piccola navicella". Cosi' Damien Chazelle svela la genesi  di First Man film di apertura, in Concorso, della 75. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica (29 agosto - 8 settembre 2018) diretta da Alberto Barbera.Dopo il successo planetario e l'incetta di premi Oscar di  La La Land il giovane regista franco-canadese è arrivato al Lido con un film che vira completamente dal genere musical applauditissimo dalla critica presente in sala all'anteprima stampa. 

Interpretata dal suo attore icona Ryan Gosling insieme a Jason Clarke e Claire Foy, la pellicola è prodotta dalla Universal Pictures e da Steven Spielger arriva nelle sale nel 49. anniversario dell'allunaggio dell'Apollo 11 e narra l'avvincente storia della missione della Nasa per far sbarcare un uomo sulla luna, concentrandosi sulla figura di Neil Armstrong.A fianco al regista in conferenza stampa Ryan Gosling,  stigmatizza la sua esperienza sul set: "In realtà La La Land e First men erano nella testa di Damien contemporaneamente perché la sua vocazione è di portare sullo schermo storie di carattere universale in grado di unire le persone dentro una sala cinematografica. Credo che lo sbarco sulla Luna abbia rappresentato un successo per tutta l'umanità e non solo per gli States.

Neil era una persona umile, la mia sfida è stata quella di rispettare il suo carattere e le sue emozioni"Ma il primo giorno della Kermesse veneziana, oltre all'affascinazione spaziale ha puntato l'attenzione sul importanti vicende sociali come il dramma dei migranti e le violenze sui detenuti. Il primo tema è stato affrontato da una passionaria Vanessa Redgrave giunta al Lido per ritirare il Leone d'Oro alla carriera.  L'attrice britannica, una delle più grandi regine della scena sia cinematografica che teatrale, ha colto l'occasione dell'incontro con la stampa per parlare di Sea Sorrow (il dolore del mare), il suo documentario che narra il dramma dei rifugiati.

Un racconto coinvolgente che, partendo dalla sua infanzia, quando dovette fuggire da Londra a causa della guerra, arriva ai nostri giorni. 81, grinta da vendere e occhi azzurro cielo che esprimono tutta la sua passione Vanessa ha lanciato un grido d'allerme: "I governi europei sono fuori dalla realtà quando negano l'aiuto ai rifugiati. Hanno il dovere di proteggerli". Poi racconta la sua storia personale di "sfollata" da Londra verso la campagna durante la seconda guerra mondiale e di come la sua prima esperienza di attrice sia stata quella di recitare a teatro da bambina per raccogliere i fondi da donare alla marina mercantile britannica durante il conflitto.  La grande attrice ha ringraziato la Mostra del cinema non solo per il premio ma anche per la grande occasione datale di far conoscere il suo impegno sociale. 

A sostenerla in sala anche suo marito Franco Nero che l'ha abbracciata in pubblico per gioia dei fotografi . Il dramma di Stefano Cucchi ha portato oggi al Lido un momento di riflessione sui maltrattamenti verso i detenuti in attesa di giudizio. E' stato, infatti, presentato alla 75esima Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia, in concorso nella sezione Orizzonti, l'atteso film "Sulla mia pelle" , opera prima di Alessio Cremonini che sarà distribuito da Lucky Red. Si tratta di un toccante  racconto degli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi, quasi un docu-film sulla drammatica vicenda del giovane che rappresenta ancora una ferita aperta nella nostra storia giudiziaria descritta dal regista con precisione e rigore soprattutto nella ricostruzione degli ambienti e dei personaggi. 

Il cast al completo (Alessandro Borghi (Stefano Cucchi), Jasmine Trinca (Ilaria Cucchi), Max Tortora (Giovanni Cucchi), Milvia Marigliano (Rita Cucchi) ha svelato il valore dei questa pellicola, quasi un atto dovuto per la quale Alessandro Borghi è riuscito con una grande interpretazione ad entrare nel corpo di Stefano arrivando a perdere 18 chili per interpretare per trasmettere al pubblico tutto il dolore di un uomo torturato fino alla morte.

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