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Culture
Versailles celebra madame de Maintenon, moglie enigmatica del Re Sole

di Paola Serristori

 

Nel 2019 ricorre il trecentesimo anno dalla morte di Françoise d'Aubigné, la più influente amante di Louis XIV, il Re Sole, che la nominò marchesa e la sposò segretamente, con un’intima cerimonia notturna il 9 ottobre 1683, dopo essere rimasto vedovo di Marie Therèse d’Austriche. Un personaggio controverso, su cui gli studiosi s’interrogano, ricostruendo la complessa figura che influenzò negli ultimi decenni il cambiamento radicale nei costumi privati del grande monarca, allontanandolo dalla vita di piaceri per riconvertirlo all’obbedienza della morale religiosa. Il Centre de recherche du Château de Versailles ha organizzato tre giornate di studi, in cui la personalità di madame de Maintenon è stata ricostruita dagli esperti riuniti, attraverso l’analisi degli scritti, la corrispondenza intrattenuta e le memorie della corte raccolte dal duca di Saint-Simon e da Primi Visconti, la decodificazione del linguaggio pittorico dei ritratti ufficiali. Ad aprile le sarà dedicata un’esposizione nelle tre stanze della reggia da lei abitate.

La sua biografia offre di per sé motivo d’interesse. Nel 1635 Françoise d'Aubigné nacque in una prigione. Si sottrò ad un destino di miseria grazie all’intervento di una zia che combinò il suo primo matrimonio con Paul Scarron, di ventidue anni più anziano, scrittore apprezzato dalla nobiltà per le doti intellettuali. La moglie accoglieva gli ospiti del suo cenacolo e lì ebbe l’occasione di entrar in contatto con la favorita di Louis XIV, Françoise Athenais de Montespan, sposata ad un nobiluomo e che sarà madre di sette figli illegittimi del più potente sovrano che ha marcato la storia di Francia con la sua personalità eclettica: geniale mecenate delle arti, eccelleva egli stesso nella danza e suonava la chitarra, ed instancabile governante, sempre presente al fianco delle truppe sul campo di battaglie e gran lavoratore nei consigli coi ministri.

Nel momento in cui Aubigné rimase vedova ed in difficoltà economiche, secondo la storiografia unanime beneficiò di una fortunata coincidenza: Montespan cercava una governante che mantenesse il segreto sulla paternità dei bambini e li educasse in un luogo lontano dalla Corte. La scelta premiò la modestia con cui la moglie di Scarron le si era presentata e la conversazione piacevole che aveva saputo intessere. Montespan le affidò l’incarico nel 1669, lei si trasferì in un palazzo sulla Rive Droite, nell’attuale rue de Vaugirard. La morale bigotta marchiava “bastardi” i figli nati al di fuori del matrimonio, e per giunta in questo caso da genitori entrambi sposati con altra persona. La forte personalità, innovatrice sul tempo, del re Louis XIV s’impose ed egli volle che nel 1673 i figli si trasferissero a corte, insieme alla governante. Da quel momento l’ascesa di Françoise d'Aubigné, la “vedova Scarron” come continuò a chiamarla Saint-Simon, fu inarrestabile nella considerazione del monarca e raggiunse l’apice: la conquista del cuore del sovrano di Francia, che amava le donne ed era ricambiato da una moltitudine di corteggiatrici, eredi di blasonate famiglie. Ancora una volta d’Aubigné riuscì a volgere la situazione a proprio vantaggio, non risparmiando Montespan, alla quale pur doveva l’entrata alla Corte di Versailles.

Françoise Chandernagor, scrittrice dell’Académie Goncourt, autrice di un libro sul castello di madame di Maintenon, spiega: “Mi ha intrigato la sua ascesa sociale. Mi sono documentata e la sua personalità mi ha affascinato. All’epoca mi sarebbe piaciuto averla come amica, per intrattenere un dialogo. I suoi consigli educativi, che conosciamo attraverso le lettere, soprattutto la documentazione che riguarda il collegio di Saint-Cyr, sono improntati alla saggezza. Lei stessa, senza falsa modestia, diceva di sé che se il Re non l’avesse trovata interessante sarebbe andato a cercare compagnia altrove…”

Una femminista ante-litteram?

“Senz’altro! Senza sapere di esserlo. Ha il merito di aver inserito nell’istruzione delle femmine materie come l’aritmetica, perché considerava che una donna che resta vedova doveva esser in grado di amministrare le sue proprietà, storia e geografia, che all’epoca erano riservate solo ai maschi. Inoltre la musica ed il teatro. Inoltre consigliava alle ragazze di non pensare ad incontrare il principe dei loro sogni, perché la vita a due non è come la immaginavano. Probabilmente parlava anche per la propria esperienza.

“Gérard Sabatier, professore all’Univesité de Grenoble, coglie la duplicità di madame di Maintenon: “Una donna ambigua. Il suo personaggio ha dato spunto a diverse caratterizzazioni nelle trasposizioni del cinema e della televisione, ma tutte non hanno potuto far a meno di rappresentare un chiaroscuro. La serie l’Allée du Roi (nome di un viale nel parco della reggia) fa piacere ad uno storico, con citazioni autentiche. Persino la scelta degli attori ha tenuto conto della somiglianza coi caratteri dei reali personaggi. La serie più recente, Versailles, una grossa co-produzione internazionale, ha il merito di avere diffuso ai giorni nostri la storia del castello di Versailles e di Louis XIV, che influenzarono la politica e la vita del continente nel XVII° secolo, ma personalmente credo che un’eccessiva modernizzazione nell’adattamento delle vicende che si svolsero alla Corte del Re Sole, e che diventa libera interpretazione, con elementi di pura fantasia, crei confusione in chi non conosce la realtà dell’epoca. Comunque, la messa in scena dei decori di interni è senz’altro notevole e merita di essere rimarcata.”

Mathieu da Vinha, direttore scientifico del Centre de recherche du Château de Versailles, ha condotto una ricerca approfondita sulle fonti letterarie delle conquiste del Re Sole, che in parte potrebbero modificare la conoscenza del rapporto d’amore esclusivo creatosi tra Madame di Maintenon ed il marito nei trentuno anni di matrimonio. Una mademoiselle du Troncq appare in un romanzo ispirato agli amori di Louis XIV nel 1695. “Si tratta di una figlia del primo ciambellano di Normandia. Mi sono recato nella regione, per studiare gli archivi. Seguendo la genealogia di Nicolas Le Cordier e Marie Louise Bontemps, quasi tutte le figlie furono avviate a diventare badesse. Escludendo le une, e valutando gli anni di nascita, non resta che la più giovane, Marie Angelique. Di lei non sappiamo molto, ma senza dubbio il riferimento in un romanzo non lascia indifferenti. È vero che la letteratura introduce delle finzioni, tuttavia che si sia pensato ad una figura non conosciuta dal grande pubblico è atipico. Allorché ciò avviene, un fondo di verità sovente esiste.”

Isaure Boitel, ricercatrice dell’Université di Picardie Jules Verne, ha invece approfondito le raffigurazioni satiriche di madame di Maintenon, che confermano l’ambiguità che le era attribuita. “A Saint-Cyr, il collegio da lei fondato, era considerata una santa, a Corte un’ipocrita, a Parigi una donna di spirito. Indubbiamente, se osserviamo i ritratti ufficiali notiamo che è vestita di colori scuri, che a prima vista trasmettono un’immagine severa, austera. Però i dettagli sono lussuosi. L’iconografia europea contemporanea ed anche successiva la considerava una bigotta, una donna che imponendo il proprio personaggio atipico, che metteva in avanti la modestia, ad un re non più giovane, affaticato, ha conquistato un ascendente e, nella vecchiaia, ha finito per governare il re. Un personaggio ambivalente.”

Va ricordato che Louis XIII morì quando il futuro Louis XIV aveva cinque anni, e che quest’ultimo ha ricevuto un’educazione religiosa costante dal cardinale Mazzarino, che egli considerava un secondo padre. All’inizio del regno, sotto la reggenza della madre Anne d’Austrich, fu costretto a fuggire alla sommossa della Fronda, la lega di nobili che ambiva a prendere il potere. Cresciuto accanto alla figura materna, di cui ricorderà che “è stata una grande regina”, con un’indole sentimentale, nel protocollo di Corte che regolava il risveglio del Re aveva indicato che la nutrice fosse la prima ad abbracciarlo. Oggigiorno la scienza del comportamento rafforzerebbe il dubbio che Francoise de Saubigny avesse giocato un personaggio che spingeva il sovrano a ritrovare le radici dell’infanzia, il periodo più amato e formativo della personalità. Una moglie pia, accogliente come una seconda madre, aveva il profilo adatto. In una lettera dell’arcivescovo Fénelon, consigliere spirituale di Maintenon, si legge che il religioso prega affinché la seconda sposa continui ad assolvere al dovere coniugale “per virtù”, evitando così che il re cerchi altra compagnia. In ogni caso, madame de Maintenon, criticata per essere vicina ai gesuiti, ha mostrato una capacità fuori dal comune di affermazione che la rende un personaggio storico.

 

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