Addio a Lucchini, una vita dedicata all'acciaio
Una vita dedicata all'acciaio, dai tondini prodotti nel dopoguerra nella bottega ereditata dal padre alla 'grande' Lucchini di Piombino, passata tre anni fa ai russi e oggi in lotta per la sopravvivenza. E' scomparso a 94 anni a Brescia Luigi Lucchini, uno dei re della siderurgia italiana. Lombardo 'doc', classe 1919, era il figlio del fabbro di Casto, un borgo nel bresciano; subentrato al padre, trasformo' la bottega del paese in una sempre piu' grande ferreria, che fece fortuna con la produzione dei tondini negli anni Sessanta del 'boom' del cemento armato.Nel giro di un paio di decenni, Lucchini entro' tra i grandi dell'industria italiana e il suo gruppo si amplio' fino a divenire un colosso. Risale al 1992 l'ingresso nella 'Acciaierie e ferriere di Piombino', dapprima insieme all'Ilva; tre anni dopo l'industria passa interamente sotto il controllo bresciano e nasce la 'Lucchini siderurgica', poi 'Lucchini spa'. Gli anni Duemila segnano l'inizio della crisi per la Lucchini: la ristrutturazione fu affidata a Enrico Bondi. Nel 2005 la famiglia bresciana trovo' un accordo con il gruppo russo Severstal per cedere il 60% del gruppo ad Aleksei Mordashov; l'addio definitivo a Piombino risale al 2010. Oggi i Lucchini, tramite la holding Sinpar, possiedono la Lucchini Rs, attiva principalmente nel settore ferroviario e con sede a Lovere, nel bergamasco. "I soldi spesi per far fallire uno sciopero sono i soldi meglio spesi", una delle frasi piu' citate di Luigi Lucchini: solido e determinato nel lavoro, l'imprenditore bresciano fu sempre duro nelle relazioni sindacali tanto che, alla Eredi Gnutti di Brescia, arrivo' a fare fronte a dodici mesi di proteste. Nominato cavaliere del lavoro nel 1975, Lucchini fu prima presidente degli industriali bresciani (dal 1978 1l 1983) e poi alla guida di Confindustria, dal 1984 al 1988. Oltre al gruppo di famiglia, e' stato presidente della Comit, della Compart e di Montedison oltre che consigliere di Generali e Mediobanca Confindustria. Padre di Giuseppe, Silvana e Gabriella, all'unico figlio maschio ha lasciato la gestione degli affari di famiglia: presiede la Lucchini Rs e partecipa ai patti di sindacato di Rcs (di cui, tramite Sinpar, la famiglia detiene l'1,304%) e Mediobanca (con lo 0,39%).