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Economia
Automazione industriale in calo, ma la Brovind Vibratori fa boom all'estero

E’ considerato uno dei settori produttivi all’avanguardia in Italia e all’estero. Ciononostante, l’automazione industriale resta in pista senza spiccare il volo. Non resta a terra Brovind Vibratori spa, tra le prime aziende a rendere più veloci i processi produttivi. Ma per l'automazione è segno rosso. Meno 4.970 milioni di euro di produzione complessiva, un calo del 23.7% rispetto al 2019 ed export in forte contrazione. Sono questi i dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu per ritrarre il 2020 di un intero comparto che nel nostro Paese ricopre un ruolo centrale in quanto a innovazione. Finita o, almeno ridotta, la crisi economica per effetto della pandemia, si prospetta però un 2021 completamente diverso e caratterizzato dal segno più. Se infatti il calo di fatturato è stato pesante tanto sul mercato italiano quanto su quello estero, il nuovo anno promette una crescita nella produzione pari a quasi 6mila milioni di euro, trainata soprattutto dal recupero delle esportazioni e dalla ripresa della domanda interna.

Indispensabile per affinare i processi produttivi e di controllo, riducendo in modo significativo i tempi di esecuzione, l’outsourcing e quindi gli sprechi, il mondo dell’automazione è stato protagonista di un vero e proprio boom negli ultimi vent’anni.

Un’esplosione, questa, che ha coinvolto direttamente anche l’Italia e in particolare Cortemilia (Cuneo), dove nel 1986 è stata fondata Brovind Vibratori spa, tra le prime aziende europee a specializzarsi nella progettazione e costruzione di impianti di alimentazione vibranti su basi elettromagnetiche.

Il recente rapporto Excelsior pubblicato da Unioncamere e Anpal, inserisce l’automazione industriale tra i campi più futuribili assieme all’intelligenza artificiale, prevedendo come da qui a due anni il fabbisogno occupazionale raggiungerà i 2 milioni e mezzo di posti disponibili in questi settori.

Previsioni condivise anche dall’azienda di Cortemilia, tre sedi in Italia e una in Brasile, 150 dipendenti, 18 milioni di fatturato e una spiccata vocazione all’export.

L’80% dei nostri macchinari viene utilizzato oltreconfine -spiega Paola Veglio, amministratore delegato di Brovind Vibratori spa (nella foto)- e la nostra presenza ben radicata all’estero, dove collaboriamo con grandi multinazionali, ci ha consentito di arginare gli effetti negativi del lockdown grazie a commesse provenienti dai due settori meno toccati dalla crisi: quello farmaceutico, con soluzioni dedicate all’assemblaggio di prodotti medicali, e il food per il quale realizziamo sistemi di trasporto vibranti a servizio del packaging e canali di dosaggio degli alimenti”.

Le tecnologie di Brovind sono destinate anche al settore automotive e al mondo elettro-meccanico a cui si rivolgecon una vasta gamma di proposte per selezionare, movimentare, orientare qualsiasi linea di assemblaggio, rispondendo anche alle esigenze sempre più attuali nell’industria 4.0 che richiedono l’integrazione dell’automazione con modalità di controllo digitali.

L’imprenditrice commenta con ottimismo i dati relativi ai prossimi anni, che prevedono una forte ripresa per il settore dell’automazione industriale, annunciando che “già quest’anno Brovind attiverà una sede commerciale negli Stati Uniti e ristrutturerà un impianto produttivo ormai dismesso di 10.000 mq a Cortemilia. Crediamo che sia importante dimostrare vicinanza e impegno verso il nostro territorio, e costruire valore in un momento così complesso per l’Italia intera ci rende particolarmente orgogliosi. Guardiamo al 2021 con dinamismo, ricordando che le sfide rappresentano sempre uno stimolo importante per riuscire a dare il massimo, migliorandosi giorno dopo giorno”.

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