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Economia
"Boom di allarmi alimentari: urge una legge Ue che tuteli il Made in Italy"
Made in Italy - Presidio Coldiretti al passo del Brennero

Giornata del Made in Italy, Coldiretti: "Nel nostro Paese allarme alimentare in crescita, necessaria una legge Ue che tuteli i nostri prodotti" 

 
Non si placa la protesta del settore agroalimentare italiano che vuole al più presto una legge europea che possa garantire la sicurezza delle merci che varcano i nostri confini. Dopo la manifestazione al Brennero del 7-8 aprile scorsi, nella quale sono stati fermati tir pieni di carne danese non conforme agli standard italiani, gli agricoltori sono sempre più determinati a fermare l’invasione di prodotti agroalimentari stranieri senza garanzie.  L'intenzione è chiara: chiedere alla Ue attraverso una raccolta di firme (si punta ad arrivare ad un milione) che l’etichetta con l’indicazione di origine della materia prima sia  estesa  a tutti  i prodotti alimentari e a tutti i  27 Paesi europei. 
 
La priorità è la revisione dell’ultima trasformazione del Codice doganale che consente di italianizzare alcuni prodotti esteri, ma anche un'ulteriore stretta sulle pratiche commerciali sleali. Ed è in questo scenario che si inserisce oggi la prima giornata nazionale del Made in Italy, promossa per valorizzare la qualità e l'eccellenza dei prodotti italiani grazie alla legge quadro. Una legge che promuove il rafforzamento delle filiere strategiche italiane, riconoscendole come arterie dell'economia nazionale. Un percorso che prevede non solo investimenti mirati nelle imprese, con particolare attenzione a quelle ad alto potenziale, ma anche una semplificazione delle procedure burocratiche ed un forte impegno verso una maggiore autonomia nelle materie prime e nell'energia, essenziale per la resilienza e la tutela del sistema produttivo italiano.
 

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In particolare, l'offerta fornita dal comparto agroalimentare nazionale è sostenuta dai primati qualitativi e di sicurezza conquistati, con 5.639 specialità ottenute secondo regole tradizionali, 325 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario, 415 vini Doc/Docg e la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche.  Niente a che vedere con l'allerta scoppiato nel 2023 in Italia in tema di intossicazioni alimentari e che ha  riguardato prodotti stranieri contenenti residui di pesticidi vietati nel nostro Paese. Micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti tutti in aumento del 42%. E in quasi 6 casi su 10 si tratta di prodotti provenienti da paesi Extra Ue.  Un'analisi risultante dall'elaborazione dei dati Efsa e Rasff e poi diffusa da Coldiretti. 
 
Frutta e verdura sono al primo posto per numero di segnalazioni, pari al 30% del totale. Si va dai pistacchi turchi e iraniani con alti livelli di aflatossine alle carote dall’Egitto con residui di Linuron, un pesticida vietato in Europa. Ma ci sono anche i fagioli all’occhio del Madagascar con Chlorpirifos, una sostanza bandita dalla Ue perché sospettata di danneggiare il cervello dei bambini, e peraltro presente anche sui fagioli dal Bangladesh.  E poi Norovirus sui frutti di bosco congelati tedeschi e serbi e residui di Propiconazole nel succo d’arancia iraniano. Infine pesticidi banditi anche sui peperoncini dal Kenya, mentre sui fichi secchi turchi sono state rinvenute aflatossine. Al secondo posto tra i prodotti più pericolosi c’è poi il pesce, con 107 segnalazioni. Si va dalle ostriche francesi e olandesi con la presenza di norovirus alle seppie congelate dall’Albania con contenuto di cadmio. Dal pesce spada e dal tonno spagnoli con presenza di mercurio oltre i limiti, ai filetti di merluzzo congelato dalla Cina con la salmonella, presente anche nelle cozze cilene.
 
Tra i prodotti più pericolosi ci sono anche le carni, quasi principalmente per la presenza di salmonella. Ne è stata scoperta in quelle di di pollo e di tacchino dalla Polonia, dall’Olanda e dalla Spagna, ma anche nelle cosce di rana turche e cinesi.Al quarto posto i cereali: la quasi totalità delle segnalazioni riguardano il riso dal Pakistan, per la presenza di aflatossine e residui di pesticidi vietati, mentre al quinto troviamo le spezie, dal peperoncino dello Sri Lanka con aflatossine, all’origano turco con tossine naturali. Dal peperoncino cinese con salmonella al cumino indiano con residui di pesticidi. 
 
“E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti italiani e stranieri in vendita sugli scaffali, ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute", ha sottolineato il presidente della Coldiretti Prandini. Nel 2023, secondo il report realizzato dalla Coldiretti, sono sbarcati sul nostro territorio oltre 5 miliardi di chili di ortofrutta (+14% sul 2022), con un vero boom per le patate (quasi 800 milioni di chili tra fresche e congelate). In netta salita anche gli acquisti di succhi di frutta: 202 milioni di chili, il 25% in più del 2022. Al conto pesante di frutta e ortaggi si aggiunge quello di grano duro (3,06 miliardi di kg, +66%) e tenero (4,88 miliardi, +8%). Il quadro si completa con latte (+47%), formaggi e latticini (+11%) e carni di maiale (+4%).





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