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Economia
Pil, il governo taglia le stime. Manovra correttiva da 3-9 miliardi?

L'Italia rimane sotto osservazione di Bruxelles a causa dei sui squilibri macroeconomici, anche se l'Unione europea riconosce i progressi fatti su diversi fronti - mercato del lavoro, istruzione, Pubblica Amministrazione e banche - e incoraggia Roma a fare di più. Sarebbe questa - secondo quanto riferisce l'agenzia Ansa - l'indicazione contenuta nel rapporto sugli squilibri macroeconomici nei Paesi Ue che sarà mercoledì sul tavolo della Commissione Ue. Nel documento si evidenzia però anche il permanere di un costo eccessivo del servizio del debito.

L'Italia, secondo la bozza del rapporto, è stata collocata nella categoria dei Paesi con squilibri macroeconomici "importanti" insieme alla Francia, al Portogallo e alla Bulgaria. Ma i toni utilizzati nel testo che descrive la situazione del Paese, sottolineano fonti europee, sono "piuttosto positivi e incoraggianti". E questo anche se non mancano i rilievi critici che, oltre al peso del debito, evidenziano anche quanto resta ancora da fare, tra l'altro, per far crescere la produttività e combattere evasione e corruzione.

Nel rapporto della Commissione anche la Germania resta sotto osservazione a causa del suo avanzo delle partite correnti, ma viene collocata nella fascia dei Paesi con squilibri macroeconomici, cioè quella prima della categoria in cui si trova l'Italia e dopo quella del gruppo dei Paesi 'promossi'. La graduatoria preparata da Bruxelles prende anche una quarta categoria, quella dei Paesi in cui la situazione è così grave da richiedere azioni correttive importanti e quindi l'avvio di una procedura 'ad hoc' che quest'anno, per la prima volta, riguarderebbe almeno un Paese che comunque non sarà sicuramente l'Italia.

MANOVRA CORRETTIVA DA 3-9 MILIARDI? - Con il taglio delle stime del Pil 2016 annunciato dal governo servira' una correzione dei conti pubblici ed e' quindi ormai scontata una manovra che va da 3 miliardi fino a 9 miliardi di euro. E' la stima del Centro studi di Unimpresa che ricorda che il premier Matteo Renzi ha dichiarato che il prodotto interno lordo quest'anno salira' dell'1,4%, quindi meno rispetto all'1,6% previsto negli scorsi mesi. La crescita tuttavia, sottolinea Unimpresa, potrebbe fermarsi all'1% e questo comporterebbe un intervento volto a contenere l'impatto negativo sulle finanze dello Stato: dovranno essere aumentate le tasse oppure bisognere' sperare in una improbabile revisione della spesa pubblica. Ogni punto decimale di Pil vale circa 1,5 miliardi di euro, considerando che l'intero prodotto interno lordo si attesta attorno ai 1.500 miliardi, spiega il Centro Studi.

Ne consegue che una revisione al ribasso pari allo 0,2%, cioe' il Pil in crescita all'1,4% e non piu' all'1,6%, comporterebbe una manovra correttiva di 3 miliardi. Intervento che salirebbe rispettivamente a 6 e 9 miliardi qualora il Pil si fermasse all'1,2% o all'1%. Il quadro complessivo che sara' meglio delineato dallo stesso governo entro la meta' di aprile con il Documento di economia e finanza, secondo il Centro studi di Unimpresa, evidenziera' in ogni caso una debolezza strutturale della congiuntura. Tutto cio' avra' inevitabili conseguenze sia sul programma futuro dell'esecutivo sia sulle promesse gia' fatte, specie in campo fiscale. Tenuto conto, peraltro, che la spending review e' una missione impraticabile, come dimostrato dall'aumento di 52 miliardi delle spese correnti della pubblica amministrazione nel 2015 rispetto al 2014, e' assai probabile, conclude Unimpresa, che qualsiasi misura correttiva si traduca in un aumento delle tasse sia sulle famiglie sia sulle imprese".

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