Cresce la filiera produttiva dell'industria automobilistica in Italia
Ottantadue miliardi di euro di fatturato, il 5% del Pil nazionale, oltre 39 miliardi di export (+0,3% rispetto al 2015), 1,75 miliardi in R&D intra-muros,. Ed ancora, 633mila autovetture prodotte dall’inizio dell’anno fino a ottobre, circa un milione e 850mila nuove immatricolazioni fino a novembre, il 12% di auto ad alimentazione alternativa vendute nei primi undici mesi, 73 miliardi di euro il carico fiscale nel 2016, pari al il 16% sul totale nazionale. E’ positivo il bilancio dell’Anfia, l’associazione nazionale della filiera dell’industria automobilistica, che oggi presenta a Napoli, nel corso di un’assemblea pubblica, l’andamento del settore con particolare riguardo alla trasformazione digitale nell’automotive. Una crescita che riguarda soprattutto quest’ultimo comparto che registra un incremento del 7% della produzione, contro il +1,7% della produzione dell’industria nel suo complesso, come riferisce ad Affaritaliani, il presidente dell’Associazione, Aurelio Nervo.
Presidente, è una crescita che continuerà anche nei prossimi mesi?
“E’ difficile fare previsioni sui futuri volumi produttivi sia in Italia che nei Paesi dell’Ue, condizionati dagli indirizzi della Commissione europea sui nuovi target di riduzione delle emissioni e dalle politiche nazionali. Sonno questi i fattori che influenzano la domanda con un impatto sui piani produttivi delle aziende. In ogni caso, per gli autoveicoli leggeri, le stime relative ai volumi produttivi in Italia sono in crescita sia per il 2017 (969mila unità) che per il 2018 (979mila)”.
E per quanto riguarda il trasporto pubblico locale?
“Sul tema del rinnovo del parco autobus in Italia, vorrei ricordare l’importante lavoro fatto in questa legislatura con gli stanziamenti previsti per il tpl: 250 milioni di euro annui fino al 2033 e 625 milioni già banditi dal Consip con la gara unica sperimentale che, nonostante alcune criticità, speriamo porti i risultati attesi. Si tratta di risorse significative che consentiranno il riposizionamento competitivo della filiera produttiva nazionale che vanta una tradizione storica nella produzione di autobus, con un Know-how di grande valore nella progettazione e nell’innovazione tecnologica, nella diversificazione dei prodotti e della sostenibilità, essendo leader nelle trazioni alternative Elettrico, Ibrido, Idrogeno, Cng e Lng”.
L’assemblea di Napoli è imperniata sulle tecnologie e sulle nuove competenze. Che cosa significa per l’Anfia?
“Internet sta investendo i processi industriali e sta già conducendo ad una trasformazione degli stabilimenti nel segno della digitalizzazione con significative conseguenze sui modelli organizzativi e sull’evoluzione delle competenze della forza lavoro. Nonché in termini di nuove e complesse implicazioni di gestione di enormi quantità di dati. Le aziende meccaniche si trasformano ad esempio in meccatroniche. Questo perché cambia il prodotto e quindi il modo di progettarlo, soprattutto per il mercato dei veicoli ad alimentazione alternativa”.
Le aziende italiane stanno quindi investendo enormi risorse sulla rivoluzione di Industria 4.0?
“Certo. E poi perché sono spinte dall’obiettivo di ridurre i costi e migliorare l’efficienza. Secondo un recente report di Digital360-Ibm, il 46% delle imprese italiane ha già avviato progetti di trasformazione in chiave 4.0. Di queste, il 29% lo ha fatto da più di due anni, mentre il 48% è partito solo da questo 2107”.