"Bisogna dire una parola forte e certa, di affermare che l'elusione e l'evasione fiscale non sono compatibili con la nostra economia e con nessun sistema veramente democratico". Così il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, parla di quella cifra "stimata dalla Corte Conti in circa 130 miliardi" (ma probabilmente è una cifra sottodimensionata e infatti per altre fonti è anche superiore) che viene sottratta ogni anno al Fisco. Una situazione che, secondo il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, richiede "risposte coordinate a livello internazionale".

Anche per Befera, d'altra parte, "nonostante l'impegno ed i grandi assi in avanti fatti negli ultimi anni c'è ancora molta strada da fare". Gli interventi di Befera e Saccomanni (che ha inviato il suo saluto) sono arrivati in occasione del convegno "La legalità fiscale italiana, asimmetrie e convergenze con l'Europa" tenuto all'Agenzia delle Entrate. "In un'economia globalizzata - ha osservato Saccomanni - un'azione efficace di contrasto all'evasione fiscale internazionale non può limitarsi a misure domestiche unilaterali: si rendono necessarie anche risposte coordinate a livello internazionale".

Anche perché "l'evasione Fiscale ha effetti distorsivi sull'allocazione delle risorse e interferisce con il corretto funzionamento della concorrenza nel mercato". D'altra parte, rendere più efficiente l'azione amministrativa di accertamento dei tributi deve essere fatto "al tempo stesso evitando di trasformare il sistema fiscale in un ostacolo per la crescita dell'economia nazionale", aggiunge Saccomanni chiedendo la tutela delle "imprese sane". Il ministro ha spiegato che l'evasione fiscale "possiede una significativa dimensione internazionale: l'ampia diffusione di strumenti che consentono l'agevole trasferimento crossborder di attività finanziarie, attraverso sistemi finanziari informatizzati, rende l'utilizzo del canale estero ai fini dell'evasione un'opzione percorribile da una platea di contribuenti più ampia rispetto al passato".

Saccomanni ha ricordato che l'Italia, insieme a Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, "ha avviato nell'aprile scorso, con la collaborazione dell'Ocse, un progetto pilota per lo scambio automatico di informazioni fiscali basato su un modello di accordo che gli stessi Paesi hanno elaborato con gli Stati Uniti per l'implementazione del Foreign Account Tax Compliance Act (Fatca) e per migliorare la compliance fiscale internazionale. L'Unione europea ha fatto propria questa impostazione - ha concluso il ministro - e sta svolgendo un ruolo di primaria importanza nel promuovere un sistema globale per lo scambio automatico di informazioni". Per Saccomanni il rimedio a questa situazione passa anche dal potenziamento della tracciabilità dei pagamenti e incentivare l'uso della moneta elettronica: "Sono tra gli elementi che potrebbero contribuire alla lotta all'evasione fiscale".

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Anche per Befera, d'altra parte, "nonostante l'impegno ed i grandi assi in avanti fatti negli ultimi anni c'è ancora molta strada da fare". Gli interventi di Befera e Saccomanni (che ha inviato il suo saluto) sono arrivati in occasione del convegno "La legalità fiscale italiana, asimmetrie e convergenze con l'Europa" tenuto all'Agenzia delle Entrate. "In un'economia globalizzata - ha osservato Saccomanni - un'azione efficace di contrasto all'evasione fiscale internazionale non può limitarsi a misure domestiche unilaterali: si rendono necessarie anche risposte coordinate a livello internazionale".

Anche perché "l'evasione Fiscale ha effetti distorsivi sull'allocazione delle risorse e interferisce con il corretto funzionamento della concorrenza nel mercato". D'altra parte, rendere più efficiente l'azione amministrativa di accertamento dei tributi deve essere fatto "al tempo stesso evitando di trasformare il sistema fiscale in un ostacolo per la crescita dell'economia nazionale", aggiunge Saccomanni chiedendo la tutela delle "imprese sane". Il ministro ha spiegato che l'evasione fiscale "possiede una significativa dimensione internazionale: l'ampia diffusione di strumenti che consentono l'agevole trasferimento crossborder di attività finanziarie, attraverso sistemi finanziari informatizzati, rende l'utilizzo del canale estero ai fini dell'evasione un'opzione percorribile da una platea di contribuenti più ampia rispetto al passato".

Saccomanni ha ricordato che l'Italia, insieme a Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, "ha avviato nell'aprile scorso, con la collaborazione dell'Ocse, un progetto pilota per lo scambio automatico di informazioni fiscali basato su un modello di accordo che gli stessi Paesi hanno elaborato con gli Stati Uniti per l'implementazione del Foreign Account Tax Compliance Act (Fatca) e per migliorare la compliance fiscale internazionale. L'Unione europea ha fatto propria questa impostazione - ha concluso il ministro - e sta svolgendo un ruolo di primaria importanza nel promuovere un sistema globale per lo scambio automatico di informazioni". Per Saccomanni il rimedio a questa situazione passa anche dal potenziamento della tracciabilità dei pagamenti e incentivare l'uso della moneta elettronica: "Sono tra gli elementi che potrebbero contribuire alla lotta all'evasione fiscale".

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