Economia
Ex Ilva, nuovo incontro tra governo e sindacati a Palazzo Chigi. Tutti i temi (caldissimi) sul tavolo
I nodi da sciogliere sono molti, primo tra tutti quello delle risorse per permettere ad Acciaierie d’Italia di affrontare i prossimi mesi

Ex Ilva, al via confronto a Palazzo Chigi: sul tavolo ipotesi nuove risorse
È iniziato l’incontro a Palazzo Chigi tra i sindacati metalmeccanici e il governo sull’ex Ilva. L’ultimo round si era concluso con un rinvio per dar modo all’esecutivo di arrivare con più elementi e una visione più chiara della situazione e dei suoi possibili sviluppi dopo lo stop dell’Altoforno 1 che rimette in discussione la capacità produttiva degli impianti.
I nodi da sciogliere sono molti, primo tra tutti quello delle risorse per permettere ad Acciaierie d’Italia di affrontare i prossimi mesi. A quanto apprende l’Adnkronos, è probabile che oggi sul tavolo venga quantificata una nuova, robusta, iniezione di liquidità nelle casse di AdI, credibilmente attraverso il decreto su cui nei giorni scorsi l’esecutivo aveva già annunciato di star lavorando.
Questo anche in ragione dell’inevitabile allungamento delle tempistiche della trattativa con la cordata azera guidata da Baku Steel. La ‘scadenza’ originaria di giugno infatti è slittata, riaprendo uno spiraglio agli indiani di Jindal e agli americani di Bedrock.
Lo stesso ministro delle Imprese, Adolfo Urso, nei giorni scorsi, ha ribadito che si tratta di una procedura competitiva e che, sebbene la trattativa con Baku viaggi su una corsia preferenziale, i pretendenti di un tempo potrebbero comunque rilanciare. E intanto, si aspettano i risultati delle elezioni comunali a Taranto, che potrebbero avere un peso sia per la nuova Autorizzazione integrata ambientale sia per il destino dell’accordo di programma su cui sia lavorando, che contempla anche la nave rigassificatrice proposta da Baku.
All’ordine del giorno, però, c’è anche il problema occupazionale. Attualmente, l’accordo raggiunto lo scorso marzo al ministero del lavoro prevede la cassa integrazione per 3062 lavoratori, ma l’azienda ha chiesto un aumento fino a 4mila unità.
La crescita dei livelli produttivi, dal loro picco minimo di 2 milioni di tonnellate di acciaio nel 2024 ai previsti 6 milioni nel 2025, è stata inficiata dall’incendio e dal sequestro di Afo1, rimettendo in discussione tutto il piano di rilancio. Sul punto, via Flavia ragiona a tutto campo, con l’obiettivo però di non discostarsi dai numeri di quell’intesa.