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Economia
Discoteche e sale da ballo al bivio: riaprire o scomparire

Maurizio Pasca, Presidente del SILB (Sindacato Italiano dei Locali da Ballo), lancia l'allarme sulla situazione delle discoteche: “Se non dovessimo riaprire questa estate non ci saranno più né discoteche né sale da ballo in Italia. Noi stiamo vivendo una totale confusione: discoteca sì, discoteca no, discoteca solo con il ristorante o solo con il bar".

"Il nostro è l’unico settore che è chiuso ininterrottamente da 15 mesi, tranne che per una piccola parentesi dell’estate scorsa con i locali all’aperto. Per noi in tutto questo periodo non è stata spesa una parola, per non parlare dei ristori. Abbiamo proposto al governo di fare due test sperimentali, sulla falsa riga di quanto fatto all’estero, uno a Milano e l’altro a Gallipoli", ha detto nel corso del suo intervento a Radio Cusano.

"Abbiamo lavorato a protocolli di sicurezza sottoscritti da illustri virologi come i prof. Lopalco e Bassetti. L’esperimento del 5 giugno a Gallipoli non è confermato perché ancora non c’è l’autorizzazione da parte del Cts. Il protocollo prevede l’ingresso in discoteca per questo test sperimentale solo di persone guarite dal virus o vaccinate oppure che abbiano un tampone negativo nelle 36 ore precedente. Poi dopo questo evento, i partecipanti dovranno ripetere il tampone nei 7 giorni successivi".

"La nostra intenzione è dimostrare, come già successo a Barcellona, Amsterdam e Liverpool, che con queste condizioni si può riaprire in sicurezza. Se il problema sono gli assembramenti, possiamo dimostrare che assembramenti ci sono in qualsiasi ambito e in qualsiasi luogo. Mi hanno girato poco fa un video fatto in una piazza di una città veneta dove addirittura la gente balla in piazza. Perché è tollerabile questo e non aprire discoteche che sono locali sicuri e controllati? Noi siamo disposti a prendere degli infermieri per effettuare i tamponi all’ingresso. Sono state previste le riaperture di tutte le attività economiche del Paese, solo del nostro settore non è stata prevista e questo ci preoccupa. Il 30% delle attività del nostro settore ha chiuso definitivamente, se non dovessimo riaprire questa estate chiuderebbe un altro 40%. Credo che ci sia un grande pregiudizio nei confronti di questo settore, basti pensare al fatto che è stata data la colpa della seconda ondate alle discoteche che sono state aperte per pochi giorni ad agosto”.

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