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Economia
Mes, Gualtieri: "Governance attuale è del 2012. La riforma cambia molto poco"

"Il dibattito era: 'Lo teniamo come adesso, dove la ristrutturazione del debito è richiesta in casi eccezionali e va gestita con grande attenzione, o deve diventare condizione automatica?' Ha vinto la posizione numero uno, cioè è rimasto come prima, quindi chi dice o scrive che con la riforma si introduce la ristrutturazione del debito automatica dice una cosa falsa".

Dopo le polemiche sul caso dell'European Stability Mechanism sollevato dal segretario della Lega Matteo Salvini, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri in audizione in Commissione Finanze al Senato sul Mes entra nel dettaglio della riforma per smorzare le polemiche nazionali spiegando la posizione del governo italiano all'interno del dibattito europeo. 

"Invito a leggere il testo attentamente perchè alcuni particolari spesso sfuggono a occhi meno esperti, alcuni bizantinismi, in linea di principio... ma normalmente quando si scrive 'as a rule' significa che le cose si possono applicare ma anche no e c'è discrezionalità, 'on the basis', cioè i criteri sono una base di partenza. Anche il Patto di stabilità e crescita presenta criteri molto rigidi, numerici, e tuttavia consente una discrezionalità come in questo Ddl bilancio, per esempio la regole del debito non è letteralmente rispettata perchè si è fatta una valutazione qualitativa", ha aggiunto Gualtieri aggiungendo che per quanto riguarda il Mes comunque "tutte le decisioni sono prese all'unanimità".

Secondo il ministro dell'Economia che ha fatto notare che "nel testo del Senato, per un errore, è rimasta la dicitura di prima, la governance attuale non viene toccata dalla riforma di cui oggi stiamo discutendo, occorre capire se noi stiamo facendo una discussione sul Mes o sulla riforma di esso, perchè il Mes è in vigore dal 2012 e l'Italia lo ha sottoscritto. Questa specifica riforma introduce cambiamenti molto, molto limitati, uno in particolare, come vedremo". 

Il backstop, "la principale novità" della riforma, previsto dalla riforma del Mes in ambito bancario "è un successo per l'Italia e per tutti quei Paesi che chiedevano da tempo un tassello aggiuntivo, limitato perchè abbiamo ambizioni ben maggiori, ma è un piccolo passo avanti, è meglio che non averlo, e' cosa comune in più".

"Ricordo che sono in discussione i termini di completamento dell'Unione bancaria, questa sì rilevante e sensibile, che noi auspichiamo con un meccanismo comune di garanzia dei depositi ma non riteniamo debba essere sottoposta a condizionalità rispetto al mutamento del trattamento prudenziale sui titoli di Stato detenuti da banche e assicurazioni. Questo sì, se introdotto, potrebbe avere effetti negativi e l'impegno del Governo è negoziare al fine della salvaguardia degli interessi europei e nazionali", ha spiegato poi Gualtieri, chiudendo la relazione sul Mes e invitando a "concentrare il dibattito su questo aspetto piuttosto che sul falso problema del Mes, la cui riforma non è ne' rilevante ne' significativa, nel bene o nel male. Il dibattito su questo è ampiamente immeritato", ha concluso.

Il numero uno del Tesoro infatti ha sottolineato che "il Mes non può occuparsi di politiche economiche" e ricordato che "il ministro delle Finanze tedesco voleva farne una sorta di ministero delle Finanze europeo che si occupasse di politiche economiche, invece aver scritto addirittura che non si deve fare, nessuno di questi compiti è stato dato, il Mes non può occuparsi di questo, era il primato del diritto delle istituzioni europee ad essere oggetto di discussione. Questo non ha prevalso nella riforma", ha chiarito. Così come le Clausole di azione collettiva (Cacs) erano "già presenti nel Trattato in vigore", i cambiamenti "sono migliorativi, ma per i mercati che le conoscono da un anno sono ininfluenti, se non migliorativa", ha detto.

"Se tutto ciò rappresenta una terribile innovazione che definisce due categorie di paesi e mette l'Italia sotto osservazione, lo trovo comico: stiamo parlando di una cosa che non cambia e che, se cambia un po', cambia in meglio", ha aggiunto Gualtieri.

Tra le vittorie italiane Gualtieri ha annoverato anche "il raddoppio del Fondo di risoluzione, il backstop puo' coprire la stessa cifra che gia' e' prevista. Non modifica il meccanismo di risoluzione, stabilisce un cuscinetto fiscale, riempiendo il Fondo qualora si svuotasse, e' complementare, non vogliamo che il Mes possa interferire in procedure di risoluzione bancaria", ha chiarito.

Ancora, la semplificazione della procedura che elimina "il MoU in cambio dell'aiuto e prevede solo una lettera d'intenti unilaterale nel caso di 'precautionary', per compensare questa ammorbidimento sono stati esplicitati i requisiti di ammissibilita' per capire se si e' in linea con le norme europee di bilancio, tra cui la sostenibilita' del debito".

In generale Gualtieri si è detto "comunitarista convinto" e ha auspicato che "l'Ue si doti di un bilancio per avere un governo economico di natura comunitaria sotto il controllo del Parlamento e del Consiglio". In questo senso Gualtieri ha parlato di "comunitarizzazione del Mes, si puo' fare tutto ma si deve avere la consapevolezza di cosa puo' fare l'Italia, sarei molto cauto che la questione fondamentale sia prendersi 2-3 mesi in piu' su una cosa che se cambia puo' anche cambiare in peggio".

"La firma arriverà a febbraio, probabilmente le ratifiche successivamente, quindi la pausa per riflettere gia' c'e', quindi Conte e' stato assolutamente corretto perche' a giugno non c'e' stata una determinazione definitiva, finche' non e' apposta una firma, non sara' definitiva, Conte ha detto la verita', il testo e' concordato e se chiedete se e' possibile riaprire il negoziato vi dico che secondo me no, il testo del Trattato e' chiuso, c'e' un lavoro su aspetti esterni e la richiesta su una questione aggiuntiva che possiamo valutare e integrare, ma non c'e' negoziato sul testo e tutti gli altri paesi considerano la questione chiusa", ha concluso. 

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