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Mediobanca, pubblicato lo studio sulle WebSoft: crescita, sfide e impatto dell’intelligenza artificiale
Il settore digitale italiano accelera a €43,4 miliardi ma resta distante dai colossi mondiali, mentre l’intelligenza artificiale traina la nuova stagione di crescita globale

Mediobanca, presentato lo studio sulle WebSoft: in Italia ricavi a €43 miliardi mentre l’IA accelera la corsa dei giganti globali
L’ecosistema delle WebSoft italiane entra nella sua fase di maturità, sostenuto da una crescita significativa ma ancora distante dalle dimensioni e dalla forza dei grandi player globali. È quanto emerge dallo studio dell’Area Studi Mediobanca, che per la prima volta fotografa in modo organico la mappa delle società italiane attive nello sviluppo software, nei servizi web e nelle piattaforme digitali, analizzando un campione di 171 imprese riconducibili a 119 gruppi con oltre 50 milioni di fatturato e almeno 30 dipendenti. La ricerca, che incrocia dati economico-finanziari e una classificazione per specializzazione e assetto proprietario, mette in relazione il quadro domestico con la traiettoria delle WebSoft internazionali, evidenziando un settore in rapido mutamento.
Nel 2024 le WebSoft italiane hanno raggiunto un fatturato aggregato di 43,4 miliardi di euro, pari a un incremento del 9,2% rispetto all’anno precedente e del 97,4% rispetto al 2019. Gli addetti superano le 235 mila unità, con una crescita del 3,1% sull’anno e del 50% nel quinquennio. L’espansione è stata favorita da un’intensa attività di M&A e dall’ingresso di fondi di private equity, che hanno accelerato il consolidamento di un comparto eterogeneo e ancora frammentato. Tra i settori, brillano i servizi di consegna a domicilio, che dal 2019 segnano un aumento dei ricavi del 277,7%, seguiti dall’e-commerce (+211,8%) e dall’Internet Media & Services (+163,5%). Anche l’occupazione riflette questa dinamica, con una crescita del 751% nei servizi di delivery e del 170,8% nel commercio elettronico, mentre il comparto del Travel, Booking & Services registra un più moderato +57,2%.
La redditività operativa mostra invece un andamento più complesso: l’ebit margin aggregato è sceso dall’8% del 2019 al 7% nel 2024, dopo aver toccato un minimo del 6,8% nel 2022. L’aumento dei ricavi non è stato infatti sufficiente a compensare un incremento dei costi più che proporzionale, soprattutto nel periodo post-pandemico. Spiccano le performance del Travel, Booking & Services, che nel 2024 registrano un margine del 12,2%, seguiti dalle Software & IT Services (8,2%) e dai System Integrator e Hosting & Trust service provider (8%). Il Food Delivery resta invece in territorio negativo lungo tutto il quinquennio, un risultato condizionato dall’identità degli operatori attivi nel Paese, quasi tutti filiali di gruppi internazionali con modelli di business e strutture di costo meno orientati alla redditività locale. Dal punto di vista dell’assetto proprietario spiccano le società private a controllo familiare o imprenditoriale, che nel 2024 mostrano l’ebit margin più elevato (9,9%), unico in crescita rispetto al 2019.
Sul piano patrimoniale il settore esprime segnali di maggiore fragilità: la leva finanziaria cresce dall’86,7% al 103,3% tra il 2019 e il 2024, complice l’intensa stagione di acquisizioni del post-pandemia che ha generato un incremento dell’indebitamento e una compressione dei risultati netti. Le società partecipate da fondi evidenziano i livelli di indebitamento più elevati, riflesso tipico delle strategie basate su leveraged buyout. All’opposto, le società pubbliche mostrano la minore leva del panel (46,8%), mentre quelle a controllo privato dispongono di liquidità tale da poter coprire circa metà dei debiti finanziari.
Il confronto tra le Top25 italiane e le Top25 globali restituisce la misura del divario dimensionale: nel 2024 i grandi gruppi mondiali totalizzano oltre 2.262 miliardi di euro di ricavi, più del doppio del PIL italiano, con una crescita del 12,6% rispetto al 2023. In Italia le prime 25 società generano circa 20,7 miliardi di euro, quasi la metà del totale domestico, con una crescita del 9,8% sull’anno. A livello globale la geografia del settore continua a essere dominata dalla polarizzazione tra Stati Uniti e Cina, mentre in Italia la mappa delle eccellenze è concentrata tra Milano e Roma. Il ranking mondiale vede in testa Amazon, Alphabet e Microsoft, mentre la leadership italiana spetta a SeSa, seguita da Reply ed Engineering, con Almaviva e Z Holding (gruppo Zucchetti) immediatamente dietro. Il differenziale è netto: i ricavi dei primi cinque player globali superano di oltre 150 volte quelli dei primi cinque italiani.
Anche sul piano dei margini la distanza resta ampia. I giganti mondiali mostrano storicamente ebit margin tra il 30% e il 40%, mentre in Italia il primato spetta a Zucchetti, che nel 2024 raggiunge un margine del 25,4%, seguita da Moltiply Group e Bending Spoons. La produttività conferma ulteriormente il gap: Bending Spoons guida la classifica italiana con 72.296 euro di utile per dipendente, un valore che a livello globale è superato anche di 75 volte dai top five internazionali.
Il mercato riflette pienamente queste dinamiche. Al 30 novembre 2025 le WebSoft mondiali capitalizzano complessivamente 13.465 miliardi di euro, pari al 40,6% del Nasdaq Composite, con un incremento del 10% rispetto al 2024. Le WebSoft italiane quotate raggiungono 9 miliardi, in calo del 5,4% sull’anno ma comunque in crescita del 76,5% rispetto al 2019. Sono attesi i delisting di Digital Value e Tinexta entro la prima metà del 2026, mentre su Bending Spoons si concentrano le attese del mercato: la società ha aperto alla possibilità di una IPO, con una preferenza per una quotazione negli Stati Uniti.
Lo scenario internazionale è dominato dalla spinta dell’intelligenza artificiale che, secondo le stime di Mediobanca, nel 2025 alimenterà una crescita a doppia cifra dei ricavi dei grandi operatori WebSoft (+12,6%). Il cloud appare il principale motore di espansione, grazie all’avanzata delle soluzioni PaaS e SaaS e all’integrazione crescente dell’IA generativa, definita dalla ricerca come la vera forza disruptive dei prossimi anni. Il miglioramento atteso è evidente anche nei margini, con un ebit in crescita del 20,2% e utili netti previsti in aumento del 27,3%. La stessa dinamica raggiunge anche la componente occupazionale (+4,6%) e gli investimenti (+66%), segnali di una strategia globale orientata a scalabilità e innovazione.
Il triennio 2022-2024 rappresenta un passaggio cruciale per l’intero comparto internazionale, definito come “l’anno dell’efficienza”. I ricavi dei grandi gruppi WebSoft crescono del 24,2%, mentre l’ebit margin raggiunge il 20,4%, con l’“anima digitale” del settore – lo sviluppo software e l’internet media – che tocca il 31,7%, superando anche le case farmaceutiche. I profitti netti cumulati aumentano del 54,2% e nel 2024 ogni WebSoft genera oltre 20 milioni di euro di utile medio giornaliero, più del doppio rispetto alla grande manifattura. L’ondata di razionalizzazione dei costi, inclusa la riduzione degli organici effettuata da diversi colossi nell’ultimo biennio, ha contribuito a irrobustire i margini e a consolidare una struttura finanziaria che, con una liquidità complessiva di oltre 866 miliardi di euro, ricorda sempre più quella delle grandi istituzioni finanziarie.
In Italia, il 2025 si prospetta come un anno di ulteriore consolidamento, con ricavi attesi in crescita del 6,6%, un ebit previsto in miglioramento del 12,8% e utili netti stimati in aumento del 5,8%. Gli investimenti dovrebbero segnare un +21,5%, mentre l’occupazione è vista in crescita del 3,8%. La distanza rispetto ai giganti globali resta significativa, ma il settore mostra segnali di vitalità, in un contesto in cui la capacità di innovare e di integrare le nuove tecnologie – prima fra tutte l’intelligenza artificiale – appare sempre più decisiva.
