Rottamazione 5.0: un patto per il futuro tra fisco e imprese - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 20:05

Rottamazione 5.0: un patto per il futuro tra fisco e imprese

La proposta che amplia la definizione agevolata agli accertamenti e introduce il Concordato Preventivo Biennale come chiave di volta per la sostenibilità e la riscossione

di Gianluca Timpone

Rottamazione 5.0: un patto per il futuro tra fisco e imprese

Il dibattito sulla prossima Legge di Bilancio si arricchisce di una proposta audace, destinata a incidere profondamente sul rapporto tra Fisco e imprese: l'estensione della "Rottamazione 5" (che, ricordiamo, è il nome che verrà dato alla definizione agevolata contenuta nella legge di bilancio di prossima approvazione) anche ai ruoli derivanti da avvisi di accertamento. Una mossa attesa da tempo, ma che finora si è scontrata con il muro delle "coperture finanziarie". E se la soluzione arrivasse proprio da un "patto" tra Stato e contribuente?

Il limite della rotta-quater: accertamenti fuori gioco

L'ultima rottamazione-quater ha rappresentato un'importante boccata d'ossigeno per molte imprese, permettendo la definizione agevolata di debiti affidati all'Agente della Riscossione. Tuttavia, una palese limitazione è stata l'esclusione dai benefici dei carichi derivanti da avvisi di accertamento.

Un'omissione significativa, considerato che una parte consistente del contenzioso fiscale e del debito delle imprese nasce proprio da questi atti. L'inclusione di tali somme nella prossima Rottamazione 5 è vista come una necessità impellente per dare un'opportunità di risanamento a un tessuto imprenditoriale spesso soffocato dal pregresso. Il nodo cruciale resta sempre lo stesso: come garantire le risorse necessarie senza compromettere gli equilibri di bilancio?

La soluzione innovativa: rottamazione 5.0 con "patto fiscale biennale"

Una proposta che sta prendendo piede negli ambienti economici e fiscali punta a superare l'impasse finanziaria con un meccanismo innovativo di responsabilizzazione e garanzia. L'idea è quella di consentire l'adesione alla Rottamazione 5 anche per i ruoli derivanti da avvisi di accertamento, a condizione che l'impresa sottoscriva un patto biennale su un reddito pre-concordato e si impegni al conseguenziale pagamento puntuale delle imposte correnti.

Questo significa che l'azienda che aderisce alla definizione agevolata del pregresso dovrà, contestualmente, impegnarsi a:

1.  Sottoscrivere un Concordato Preventivo Biennale: similmente a quanto già previsto per il Concordato Preventivo Biennale, l'azienda si accorderebbe con il Fisco su un reddito stimato per i due esercizi successivi all'adesione alla Rottamazione.
2.  Pagare puntualmente le imposte correnti: tutte le imposte derivanti dal reddito concordato e quelle dovute per le attività correnti, liquidate successivamente alla presentazione della domanda di definizione agevolata, dovranno essere saldate entro i termini previsti.

Questo meccanismo trasforma la Rottamazione da un semplice strumento di recupero a una leva per la regolarizzazione complessiva e prospettica delle imprese. L'azienda dimostra la volontà non solo di sanare il passato, ma anche di mantenere una piena compliance fiscale nel prossimo futuro.

Doppio vantaggio: aziende in bonis, entrate certe per lo Stato

I benefici di una tale impostazione sarebbero significativi e di vasta portata:

•⁠  ⁠Per le imprese: finalmente libere dal peso del contenzioso e dal rischio di azioni esecutive (fermi, ipoteche, pignoramenti) da parte dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione. La regolarizzazione del passato, unita a una pianificazione fiscale chiara per il futuro biennio, consentirebbe alle aziende di investire, crescere e operare con maggiore serenità. Un'impresa "in bonis" è un motore per l'economia, in grado di creare occupazione e valore.

•⁠  ⁠Per lo Stato: questa soluzione garantirebbe entrate certe e programmabili. Il pagamento puntuale delle imposte correnti, ancorato a un reddito concordato, rappresenterebbe un flusso costante di risorse. Inoltre, il recupero (anche se agevolato) di debiti da accertamenti, che altrimenti difficilmente verrebbero riscossi da imprese in difficoltà o fallite, andrebbe a rafforzare le casse pubbliche. L'esperienza dimostra che è più facile incassare da un'azienda che è stata rimessa in carreggiata e che produce, piuttosto che inseguire crediti da realtà in crisi irreversibile.

Conseguenze per l'inadempienza: tolleranza zero

Per assicurare l'efficacia del sistema, è fondamentale prevedere sanzioni severe in caso di mancato rispetto del patto. Se l'azienda non dovesse adempiere al pagamento delle imposte correnti o violare le condizioni del patto biennale:

•⁠  ⁠Perderebbe immediatamente tutti i benefici della Rottamazione 5, con il debito che tornerebbe a essere dovuto per intero, incluse sanzioni e interessi originari.
•⁠  ⁠Andrebbe incontro a sanzioni aggiuntive e specifiche, che potrebbero includere la sospensione di licenze, autorizzazioni o altre misure restrittive, al fine di scoraggiare comportamenti opportunistici e garantire la serietà dell'impegno.

Questa proposta non è un mero condono, ma un vero e proprio "contratto" di fiducia tra Fisco e contribuente. Un'occasione per le imprese di voltare pagina e per lo Stato di garantire la riscossione, favorendo al contempo la ripresa economica e la compliance fiscale. La Legge di Bilancio di prossima approvazione potrebbe essere il banco di prova per questa innovativa visione.