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Economia
Bancari, Ghizzoni:"Le vendite in Borsa? Nessun complotto dei mercati"

di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni

"Il mercato è tutto venditore, un sell-off indiscriminato che riguarda sia banche con capitale estremamente alto sia banche considerate più deboli. Non c'è più distinzione fra istituti. E' una vendita apparentemente senza uno stop loss. In fasi come queste bisogna solo aspettare che passi la buriana e concentrarsi sui fondamentali. Non credo a complotti sui titoli bancari italiani o sul debito di Paesi del Sud Europa. Anche le banche americane come Goldman Sachs, un istituto di grande prestigio, stanno perdendo terreno in Borsa".

Commenta così Federico Ghizzoni, l'amministratore delegato di UniCredit che ha tenuto una conferenza stampa (vedi video sotto) al termine del consiglio di amministrazione che ha licenziato il bilancio 2015, l'ennesima seduta di vendite sui mercati azionari europei. Seduta in cui i titoli bancari (compreso UniCredit che ha perso il 7,91% a 2,77 euro) sono stati nuovamente presi di mira, infilando la striscia negativa più lunga dal 2008, l'anno in cui il mondo contava morti e feriti tra le macerie di Lehman Brothers.

"I Paesi del Sud Europa e, in particolare l'Italia scontano un sell off un pochino più aggressivo, a causa del problema delle sofferenze che ha introdotto molta emotività", ha spiegato il banchere passando in rassegna le motivazioni delle vendite più aggressive sul listino milanese di Piazza Affari.

"Anche se il mercato inizia a capire quale sia l'effettiva situazione degli Npl (non performing loans: sofferenze, ndr) in Italia, ho l'impressione che negli ultimi giorni la vendite non siano legate solo a questo problema perché le sofferenze in Italia ci sono e sono alte, a fronte delle quali però sono stati fatti altrettanti accantonamenti", ha aggiunto Ghizzoni. "Ha impattato negativamente, nel Sud Europa, - ha spiegato poi - anche l'operazione portoghese del Novo Banco", istituto colpito da "un bail in che ha coinvolto anche gli obbligazionisti senior. Scelta che il mercato non ha gradito e che teme possa essere ripetuta in altri Paesi", come il nostro.

Quando finiranno, però, le vendite? Il numero uno di UniCredit non ha dubbi: "Ad essere realisti non a breve. Finché non si materializzeranno ragioni per invertire la tendenza in un mercato alla loro ricerca, è difficile pensare che il trend si blocchi. C'è bisogno di qualche segnale forte da parte delle banche centrali o dei governi". A buon intenditor...

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unicreditghizzoni





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