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Economia
Vecchio, Euronext: lo spread accelera lo spostamento verso le borse Euronext
Giovanni Vecchio, responsabile delle attività italiane di Euronext.
 

Vecchio, Euronext: lo spread accelera lo spostamento verso i listini Euronext, la borsa pan-europea

Prima il dual listing, in cerca degli investitori internazionali poco propensi a investire sui listini italiani, specie in questa fase di spread crescente. Il secondo step, specie se le cose non cambieranno, è il delisting con l'approdo solo su Euronext. È un percorso che sta già avvenendo sotto traccia e che si affianca a quello delle società italiane che si quotano direttamente su Euronext, che sono già 12 (l'ultima, MyBest, si è quotata sull'Euronext Growth di Parigi a settembre), come racconta in questa intervista Giovanni Vecchio, responsabile delle attività italiane di Euronext, la Borsa pan-europea per le imprese con un forte focus sulla tecnologia, che conta più di 330 società tecnologiche quotate su un totale di 724 pmi, una capitalizzazione totale di mercato di 70 miliardi di euro e oltre 750 investitori tecnologici.

 

Vecchio, Euronext: lo spread accelera lo spostamento verso le borse Euronext. Lavoriamo anche con banche e fondi di investimento

Vecchio racconta così la sua attività: «Monitoro l'ecosistema per sapere se esistono società che hanno potenzialità per operazioni di successo sui mercati. Al pari lavoro con le banche, uno dei nostri alleati con cui forniamo servizi oltre e promuoviamo mandati internazionali. Se c'è il mandato per quotare l'azienda in Italia, proviamo a trovare un omologo per un altro Paese, per fare un'operazione più rotonda e trovare un maggior numero di investitori, e quindi la quotiamo su Euronext. A volte lavoro con la società direttamente, e cerco affiancarle gli advisor migliori. Oppure a stretto contatto con fondi di investimento, cerchiamo di capire insieme quali società potrebbero avere le potenzialità per la valorizzazione di un'exit; oppure i fondi possono essere uno strumento potente di coinvestimento, che è più difficile trovare nel private equity, più facile su mercato».

 

Vecchio, Euronext: lo spread accelera lo spostamento verso le borse Euronext. Le società devono avere una spinta verso l'internazionalizzazione

«In Italia mi occupo quasi esclusivamente di tecnologico, però le opportunità su cui Euronext lavora molto bene sono quelle che riguardano società che hanno piani di sviluppo ambiziosi internazionali, e magari un piede fuori dall'Italia. Non è necessario che fatturino già in 20 paesi del mondo, ma che si prestino a essere internazionalizzate. Società con una forte presenza italiana, che quotata su Euronext avrà i suoi investitori italiani che invece di credere in Borsa italiana punteranno su Euronext; inoltre potresti avere la possibilità di avere investitori internazionali, semplicemente perché la società ha un'ebitda molto buono».

 

Vecchio, Euronext: lo spread accelera lo spostamento verso le borse Euronext. Le difficoltà dei listini italiani

«È molto più difficile operare su Borsa italiana. Lo Star ha perso significativamente, l'Aim anche, il mercato generale, utility-centrico, non fa eccezione. Questo configura l'ipotesi che molte società non vogliano più stare su questo listino, comincino a vederlo non proattivo, non vogliano essere in balia della volatilità, dello spread. E che per questo pensino quantomeno a fare un dual listing, come primo passo, per poi magari spostarsi del tutto sul livello internazionale. Inoltre ci sono società già quotate su Aim che hanno comparable europee valutate fino al 40 - 50% in più solo perché il mercato italiano quota a sconto rispetto ai comparable, la maggior parte su Euronext. Queste società stanno raccogliendo capitali su investitori internazionali pian piano nell'ipotesi di spostarsi su questo listino, per poter accogliere un ordine di grandezza superiore. Sulla piattaforma Euronext abbiamo un rapporto di 2 a 1 di risorse raccolte sul mercato secondario rispetto a quelle raccolte in Ipo. Quando una società cresce e cresce bene c'è attenzione da parte di investitori disposti a investire. Uno dei problemi dei listini italiani è che dopo aver raccolto le risorse iniziale c'è difficoltà».

 

Vecchio, Euronext: lo spread accelera lo spostamento verso le borse Euronext. Quanto incide la percezione del rischio paese

«Alcune società ancora quotate su Aim stanno già attivamente spostandosi su Euronext per raccogliere fondi da investitori internazionali, con la promessa verso gli investitori di spostarsi verso Euronext. Questi investitori sanno che se investono sulle piccole società tecnologiche italiane su Aim stanno moltiplicando il rischio Paese nel loro portafoglio, stanno sbilanciando gli investimenti su qualcosa che ha non solo la volatilità intrinseca di una pmi tecnologica ma si stanno sobbarcando un rischio sistemico ulteriore dovuto a un listino piccolo, illiquido e 100% italiano e orizzontale. Preferiscono avere un listino con cluster su diversi ambiti dove aziende orizzontali rispetti a diversi tipi di paesi. Se io investo su Aim so perfettamente quello che mi attende, se investo su Euronext ho quantomeno lo stesso che avrei in Italia, in più puoi avere la possibilità di avere qualcosa in più; e anche se non ti attivi non ti internazionalizzi hai comunque lo stesso servizio. Inoltre i requisiti di accesso a Euronext sono molto più blandi, in termini di flottante e growth rispetto a Aim; non c'è la necessità di raccogliere un ammontare di tot risorse, né quella di avere per forza un intermediario, c'è la possibilità di fare direct listing, il che apre infinite altre possibilità. Non è necessario avere un collocamento gestito da un intermediario e avere un minimo di raccolta».

 

Vecchio, Euronext: lo spread accelera lo spostamento verso le borse Euronext. La dinamica era già partita in modo indipendente dallo spread

«La crescita dello spread ha accelerato l'interesse verso Euronext; ma queste dinamiche viste le caratteristiche intrinseche del mercato che ha molta più presa sulle società internazionali tech varrebbero lo stesso. La situazione ha fatto da cassa di risonanza e reso ancora più manifesta questa opportunità anche verso società che non avrebbero mai preso in considerazione questa ipotesi. Ma le prime sono arrivate prima di questo crack. Ora la pipeline si è infoltita di società dai business più tradizionali, che hanno paura del rallentamento. Per quanto riguarda l'identikit della società che punta al dual listing, ha un business plan sfidante, con ambizioni di crescita all'estero, che hanno saputo dimostrare negli ultimi anni una capacità di execution superiore, e hanno mantenuto le promesse. Business in rapida crescita difendibili in un mercato ampio, con un business model in grado di essere replicato facilmente all'estero. Deve aver dimostrato ottimi tassi di crescita negli ultimi anni. Siamo il secondo mercato mondiale del biotech e in Italia ce n'è solo una quotata, Molmed...».

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