Massimo Giletti vs. Napoli, se l'agenda setting avviene per dispetto - Affaritaliani.it

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Massimo Giletti vs. Napoli, se l'agenda setting avviene per dispetto

Massimo Giletti nell'occhio del ciclone: il riccioluto conduttore dell'Arena sarà querelato dal Comune di Napoli per diffamazione, in seguito alle affermazioni della scorsa settimana su una Napoli indecorosa, in risposta all'avvocato Crocetta che  aveva accusato la Rai di preferire un dibattito sui biglietti gratis al san Paolo ai consiglieri comunali piuttosto che parlare dei veri problemi del Sud. A quel punto Giletti non ci ha visto più e da navigato tribuno del popolo si è guadagnato gli applausi a scena aperta del pubblico in studio difendendo la Rai ed elencando i problemi che affliggono la città partenopea, tra cui la stazione e la camorra, giusto per non trascurare il lancio di Sotto copertura, la fiction sulla cattura del latitante Antonio Iovine.

Qualcuno dirà che Giletti non ha tutti i torti, che la stazione di Napoli è inguardabile e la camorra un male incurabile, ma domenica abbiamo visto un conduttore scendere al livello del suo provocatore.  Forse addirittura al di sotto. Giletti ci ha ormai abituato ai suoi presunti scatti d'ira, al libro di Capanna buttato in segno di disprezzo o ai fogli lanciati per aria per protestare contro le malefatte della casta. La sua prossemica da indignado è l'equivalente delle faccine contrite della dirimpettaia Barbara d'Urso. E la reazione aziendalista di qualche giorno fa ricordava quella di un bambino a cui hanno insultato la mamma.

A Giletti insomma piace vincere facile. Gli basta assecondare la pancia di un pubblico assuefatto a un limitato numero di problemi. Sarebbe bello se come Milena Gabanelli su Report si occupasse anche lui dello scandalo degli appalti truccati per le produzioni di punta di mamma Rai.

Marcello Filograsso