Esteri
Iran, Cecilia Sala: "Mi portarono bendata alla gru delle impiccagioni: poi accettai di farmi sedare"
La giornalista svela retroscena inediti (e agghiaccianti) sulla sua prigionia a Evin

Iran, Cecilia Sala: "Le donne in cella cercavano di uccidersi tirando testate contro la porta d'acciaio"
La giornalista Cecilia Sala nel 2024 è stata arrestata in Iran perché accusata di essere una spia, grazie all'intervento del governo italiano poi è stata liberata dopo 21 giorni passati nel terribile carcere di Evin. Sala ora svela alcuni retroscena sulla sua prigionia. "Appena arrivano - spiega la giornalista ad Aldo Cazzullo su Il Corriere della Sera - ti spogliano. Devi fare il solito squat nuda. Sul pavimento sotto il metal detector sono dipinte le bandiere americana e israeliana, che devi calpestare. Gli uomini vengono picchiati. Tutti, sistematicamente. Le celle per gli interrogatori sono chiuse e insonorizzate, ma a volte vengono aperte, e senti le grida dei torturati. Anche le donne a volte vengono bastonate. A me non è accaduto. Ma sul muro della mia cella c’era una grande macchia di sangue. Versata dalla donna che era lì dentro prima. Non so se fosse stata picchiata, o si sia ferita da sola".
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"Volevano - prosegue Sala a Il Corriere - che confessassi di essere una spia. Se dev’essere scambiata con qualcuno, una spia vale più di una giornalista. Ma io conoscevo la storia dell’iraniano di cittadinanza svedese che, indotto dopo due anni a confessare il falso, da otto anni è rinchiuso a Evin nel braccio della morte". Poi Cecilia Sala racconta anche il momento più brutto. "Quando mi hanno fatto uscire dalla cella, bendata e incappucciata come sempre, aggrappata al bastone della guardia per non cadere, e mi hanno tolto la benda e il cappuccio per farmi vedere una gru: "È quello che facciamo alle spie". È una cosa che sappiamo tutti, ma le assicuro che vedere la gru delle impiccagioni lì, nel cortile del carcere, è stata durissima. Ho avuto una crisi di panico, e per una volta, anche se mi ero ripromessa di non farlo mai, ho accettato di essere sedata".