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Esteri
Libia? Solo l'inizio. Mediterraneo a rischio escalation tra Turchia, Cipro e..

Il Mediterraneo è in ebollizione. L'Italia si aspetta che la conferenza di Berlino sulla Libia sia convocata per "l'inizio dell'anno". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nel question time alla Camera. "Siamo ottimisti per il lavoro fatto finora sulla conferenza, che ha portato a un accordo di principio sul testo delle conclusioni", ha detto, "ci attendiamo che la data del vertice venga comunicata tempestivamente". Ma intanto le potenze straniere continuano a intervenire sul caos libico. E la tensione sul Mediterraneo si estende anche a Cipro, al centro di uno scontro diplomatico che coinvolge Turchia, Stati Uniti e indirettamente l'Egitto, che si è opposto all'accordo sui confini marittimi tra Ankara e Tripoli che taglia fuori le rivendicazioni di Nicosia.

DI MAIO, 'A SERRAJ SOTTOLINEATE FORTI RISERVE PER ACCORDO CON TURCHIA' 

Nell'incontro avuto ieri a Tripoli con il premier libico Fayez Serraj "ho sottolineato le forti riserve per gli accordi recentemente sottoscritti con la Turchia, che nella nostra ottica complicano una situazione già particolarmente complessa". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio al question time alla Camera, parlando della sua visita in Libia.

Libia: Erdogan, pronti ad aiutare Serraj in ogni modo

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è tornato a parlare della Libia, dove ha ribadito che la Turchia "si è attivata" e intende "accellerare il processo di collaborazione" con il governo di Fayez al Sarraj (Gna), confermando che Ankara è pronta ad aiutare Tripoli "fornendo qualsiasi forma di sostegno richieda".    "Gli accordi presi non sono contrari al diritto, tutto verrà condiviso in ambito internazionale. Con Sarraj ci siamo visti ultimamente e abbiamo discusso dei prossimi passi da compiere, accellereremo il nostro processo di collaborazione. Siamo pronti ad aiutare Sarraj in ogni modo, in base alle necessità e richieste che arriveranno da parte del suo governo. Siamo pronti  a rendere effettiva la collaborazione in ambito militare e di sicurezza e far valere i nostri diritti sul tratto di mare oggetto dell'accordo", ha dichiarato Erdogan da Ginevra, dove si è recato per il forum Onu sui rifugiati.    Il presidente turco ha poi risposto a una domanda sul recente accordo con Sarraj, che riconosce la giurisdizione della Turchia su un tratto del mediterraneo orientale."Sia il presidente greco, sia il ministro degli esteri di Atene dicono che si tratta di un accordo contrario al diritto, ma noi la pensiamo diversamente. Si tratta di un accordo che ha una storia pregressa, che parte nel 2009 quando a guidare la Libia era ancora Gheddafi, che poi, guarda caso, è stato ucciso. Abbiamo tutta la documentazione nei nostri archivi".

Libia: Erdogan, attivi in Libia, con la Russia collaboriamo

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è tornato a parlare della Libia, dove ha ribadito che Ankara si è attivata e che il dialogo e la collaborazione con la Russia continuano. "Sulla Libia la Turchia si è attivata e nell'ambito di queste azioni è prevista anche una visita di una nostra delegazione formata dal vice ministro degli Esteri, dal vice ministro della Difesa e da rappresentanti dell'intelligence a Mosca. Una visita in cui saranno trattati tutti i temi che contano, dalla Libia alla Turchia". Queste le parole di reduce da una telefonata con il presidente russo Vladimir Putin, avvenuta ieri sera.Ankara e Mosca sostengono i due diversi attori in ballo per il controllo della Libia, mentre Erdogan è un sostenitore del governo di Tripoli di Fayez al Sarrraj, Putin ha fornito supporto alla giunta militare libica guidata dal geneale Khalifa Haftar.

Turchia: Erdogan, potremmo chiudere basi Nato. A Cipro rischio escalation

La Turchia non rimarrà a guardare in caso di rappresaglie per gli Stati Uniti per l'acquisto del sistema di Difesa missilistico russo S-400 dalla Russia e minaccia di negare agli Usa le basi militari di Incirlik e Kurecik. A ribadirlo oggi il presidente, Recep Tayyip Erdogan, da Ginevra, dove è intervenuto in occasione di un forum Onu sui rifugiati. "Non accettiamo imposizioni, ci aspettiamo collaborazione da parte degli alleati Nato. Potremmo chiudere una delle due basi di Incirlik o Kurecik o entrambe de sarà necessario". Queste le parole di Erdogan, che ha reiterato la minaccia di chiudere basi strategiche per gli Usa in Medio Oriente, dopo che ieri Ankara ha ricevuto una richiesta di spiegazioni da parte del dipartimento della Difesa americano. Ma intanto la tensione con Washington si alza anche su un altro fronte, vale a dire Cipro. La fine dell'embargo sulla vendita di armi alla Repubblica di Cipro, votata dal Congresso Usa, provocherebbe una "pericolosa escalation" nella regione. E' l'avvertimento lanciato dalla Turchia, in una nota diffusa dal suo ministero degli Esteri. Il testo approvato a Washington, che dovra' essere firmato dal presidente Donald Trump, "non avra' altro risultato che ostacolare gli sforzi per una soluzione sull'isola", accusa Ankara,

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