Nigeria, no all'amnistia agli jihadisti
Il presidente della Nigeria, Goodluck Jonathan, per la prima volta da quando è in carica, ha visitato il nord-est del Paese, l'area dove si trovano le roccheforti di Boko Haram, gruppo terrorista di matrice islamica responsabile dal 2009 della morte di almeno 3mila persone. Jonathan e' in carica da tre anni dopo essere succeduto, da vicepresidente, al capo di stato, Umaru Musa Yar'Adua, morto a febbraio del 2010. La vittoria nelle elezioni del 2011 ha dato il via al suo primo mandato. Jonathan e' atterrato oggi all'aeroporto di Maiduguri, capoluogo di Borno e capitale di Boko Haram, per proseguire in elicottero verso il confinante stato di Yobe, l'altro principale teatro di battaglia tra terroristi e forze dell'ordine nigeriane. Nel suo primo discorso, Jonathan ha respinto l'appello all'amnistia per tutti i terroristi formulato, alla vigilia del viaggio presidenziale, da Sa'ad Abubakar III, sultano di Sokoto e principale guida spirituale dei musulmani della Nigeria. "Non puoi dichiarare l'amnistia per i fantasmi - ha detto Jonathan in un discorso in diretta trasmesso dalla tv nazionale - noi non possiamo trattare con chi si nasconde. La prima cosa che Boko Haram dovrebbe fare e' di deporre le armi e dichiararsi, ma io non vedo nessuno che dice di essere un membro di Boko Haram". Jonathan tornera' in serata a Maiduguri e rientrera' nella capitale Abuja venerdi'. Le misure di sicurezza adottate per questa visita sono senza precedenti in Nigeria durante un periodo - ufficialmente - di pace. Il viaggio di Jonathan, preparato due settimane fa da una visita del vicepresidente, Namadi Sambo, e' stato duramente attaccato dall'opposizione che lo ha accusato, tra l'altro, di "mania di protagonismo" e di voler dare "l'impressione di con