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Il boom del delivery del cibo a domicilio. Chi sono i player del mercato?
Delivery food

In Italia fino a pochi anni fa per ordinare del cibo a domicilio era consuetudine telefonare alla pizzeria sotto casa. Si andava molto a fiducia, non c’erano recensioni e non si sapeva se quel ristorante consegnava fino a casa nostra… i ristoranti che avevano questo servizio erano per la maggior parte pizzerie al taglio e qualche kebab. Oggi, a pochi anni di distanza, grazie allo sviluppo tecnologico ordinare del cibo a domicilio per pranzo o cena è diventata ormai un’abitudine quotidiana. Grazie all’ingresso nel mercato italiano di aziende come Justeat o Deliveroo si è assistito un boom delle ordinazioni online, il che ha fatto sicuramente bene all’economia permettendo in primis a tutte quelle attività che non dispongono di propri fattorini di poter consegnare a domicilio. Il risultato? Oggi se si abita in città si può ordinare qualsiasi tipo di cibo, quindi non solo pizza ma asiatico, kebab e italiano, solo per citarne alcuni.

 

Chi sono i grossi player del mercato?

La prima azienda ad entrare nel mercato italiano è stata JustEat, multinazionale londinese che opera in ben 13 paesi. Successivamente sono approdate Deliveroo, Foodora e per ultima UberEats (Uber offre oltre al  servizio taxi anche il delivery). Tutti i player menzionati operano principalmente nelle medie e grosse città, con numeri molto elevati, a Milano ad esempio contano ognuna dai 200 ai 700 ristoranti affiliati.

 

Quali sono le startup italiane?

Nelle città minori e in alcune regioni d’Italia sono nate startup italiane che cercano di acquisire una fetta del mercato in quelle zone dove i grossi player sono assenti o hanno una presenza molto limitata. Tra le varie menzioniamo Mymenu, Pizzabo (acquisita da Justeat), Moovenda, Foodracer e Alfonsino.

 

Chi altro è in questo settore?

Una fetta importante del mercato è rappresentata dalle aziende che sviluppano software per la ristorazione. Tra le varie menzioniamo ristoranti.it, xMenu e Ordinalo. Queste società realizzano un sito web e un app per ristoranti a domicilio personalizzata con nome e logo del punto vendita. Quindi ad esempio la “Pizzeria Ai Glicini” di Treviso avrà la propria app mobile e sito web sulla quale i clienti potranno ordinare online. E’ il ristorante stesso che in questo caso si occupa di promuovere la propria piattaforma verso i propri clienti. Le aziende sopra menzionate operano un po' in tutta Italia. Il loro target sono sia i ristoranti delle grandi città che utilizzano le piattaforme dei grandi player, sia quelli situati nelle piccole città o in provincia dove non sono presenti le startup del delivery.

 

Perché un ristorante si dovrebbe far sviluppare una propria app?

Per svariati motivi, i più importanti sono sicuramente la fidelizzazione del cliente e un risparmio economico. JustEat o Deliveroo chiedono una percentuale intorno al 15% per ogni transazione e considerando che i clienti che ordinano presso la pizzeria o il ristorante di fiducia sono clienti già fidelizzati, per il ristoratore si tratta di parecchi soldi. Inoltre i dati sui clienti non sono del ristorante ma rimangono delle startup del delivery. Significa che il ristorante non può ad esempio fare azioni di marketing come una newsletter o l’invio di messaggi/notifiche push ai “propri” clienti. Avere una propria piattaforma, soprattutto per quelle attività che fatturano molto e sono strutturalmente più avanzate, come ad esempio nell’utilizzo dei social o delle newsletter, si rileva una scelta vincente.

 

Tags:
cibo a domicilio


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