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Apple, il peggio è passato: fatturato oltre le attese. Trimestrale in 5 punti

Forse il peggio è passato. È questo il messaggio che passa dalla trimestrale di Apple. Un po' per i dati di gennaio-marzo (migliori delle attese), ma soprattutto per le stime di Cupertino per il trimestre in corso. Se confermate, significherebbero l'arresto della caduta, con l'iPhone che continuerà comunque a soffrire e i servizi che continueranno a crescere a ritmo sostenuto. Il mercato apprezza, con un rialzo nel dopo-borsa del 5% che riporta la Mela a un passo dai mille miliardi di capitalizzazione.    

FATTURATO OLTRE LE ATTESE – Apple aveva previsto un fatturato tra i 55 e i 59 miliardi di dollari e gli analisti puntavano a una via di mezzo: 57,4 miliardi. Una cifra che avrebbe significato una calo del 6%. Previsione negativa, perché avrebbe significato un'ulteriore decelerazione rispetto al -5% del trimestre precedente. Invece Apple supera le aspettative, incassa 58 miliardi di dollari e ferma la flessione al 5%. Cupertino continua quindi a fatturare meno dello scorso anno, ma almeno ha sollevato il piede dal freno. Ecco perché il mercato è soddisfatto. Meglio delle attese anche l'utile: 11,5 miliardi di dollari.

LA CADUTA SI ARRESTA A GIUGNO? – A sostenere il titolo sono anche le stime particolarmente brillanti per il trimestre in corso. Tra aprile e giugno, Apple punta a vendite comprese tra i 52,5 e i 54,5 miliardi, contro i 52,1 miliardi attesi. Nel caso di un risultato a metà strada (53,5 miliardi), Cupertino tornerebbe a vedere il segno più dopo nove mesi. Il fatturato del terzo trimestre fiscale 2018, infatti, era stato di 53,3 miliardi di dollari. Buone anche le previsioni del margine lordo (tra il 37 e il 38%), sostanzialmente stabile.

Come si spiega questo scatto in avanti? Il fatturato è il risultato di diverse componenti, che non è possibile indicare con precisione. Si può però ipotizzare una stabilizzazione degli iPhone (anche se sempre in crisi) e una continua, solida, crescita dei servizi. Potrebbero contribuire anche le vendite degli iPad e qualche traccia di recupero in Cina. Anche in questa trimestrale il calo a est è consistente (-21,5%) ma il tonfo è meno fragoroso del trimestre precedente, quando a evaporare era stato un quarto del fatturato di Cina, Taiwan e Hong Kong. La Mela ha notato una “risposta positiva” agli sconti e confida negli effetti degli stimoli economici di Pechino e nel dialogo con Washington per ammorbidire le tensioni commerciali.    

IPHONE MAI COSI' “LEGGERO” – Un curioso segnale, che però la dice lunga sugli sforzi che Apple sta facendo per spostare gli occhi altrove: la parola “iPhone” non è mai scritta nel comunicato con cui la Mela ha annunciato i risultati trimestrali. Meglio non parlarne, perché – almeno a bilancio - di segni di ripresa non ce ne sono. L'iPhone ha incassato 31 miliardi di dollari (in linea con le attese). Se tra ottobre e dicembre il calo era stato del 15%, nei primi tre mesi del 2019 è stato del 17,3%. Gli smartphone, quindi, stanno continuando a frenare. Cook ha però sottolineato durante la conferenza con gli analisti un “declino significativamente minore nelle ultime settimane di marzo”. Un indizio che farebbe ben sperare per il trimestre in corso. La combinazione di insuccesso, crescita dei servizi e di un periodo (l'inizio dell'anno) tradizionalmente debole per le vendite del dispositivo ha ridotto il peso dell'iPhone sul totale del bilancio al minimo storico: le sue vendite valgono il 53,5% del totale. Mai così poco. È un dato bifronte. Se da un lato certifica quanto sia stata disastrosa l'annata dell'iPhone, dall'altra conferma che Apple è sulla buona strada per affrancarsi dalla dipendenza da una solo prodotto. 

 

UN QUINTO DEL FATTURATO DAI SERVIZI– Se nel comunicato di Apple non si fa parola degli iPhone, la prima cosa che Cupertino sottolinea è “un nuovo record dei servizi”. Anche questo è un segnale. Il segmento più promettente della società (che ormai non è più solo una promessa) ha incassato 11,4 miliardi, poco oltre le attese. E continua a crescere a ritmo sostenuto (+16,2%, in leggero rallentamento). Se il fatturato di Apple cala “solo” del 5%, deve quindi ringraziare soprattutto i servizi. Perché i prodotti (per colpa degli iPhone e nonostante i buoni risultati di Apple Watch e iPad) sono calati del 9,2%. I servizi ormai costituiscono un quinto del fatturato del gruppo, più di iPad e Mac messi insieme. E, cosa almeno altrettanto importante, hanno una margine lordo molto più ampio. Quello dei prodotti è del 31,1% (in calo), quello dei servizi del 63,7% (in aumento). Vuol dire che un dollaro arrivato dai servizi vale praticamente il doppio rispetto a uno incassato dai prodotti.   

SE APPLE WATCH FOSSE UN'AZIENDA – A Cupertino c'è un prodotto che è crollato (gli iPhone) e uno che non brilla (i Mac, -4,5%, peggio delle attese). Poi però c'è il redivivo iPad: batte le stime, incassa il 21,8% in più del 2018 e registra così il balzo più lungo degli ultimi sei anni. Il tablet, trascinato dal Pro e senza contare il nuovo Air (lanciato alla fine di marzo e quindi non rientra in questa trimestrale) è tornano a crescere in Cina e, in tutte le altre aree, ha segnato un progresso a doppia cifra. Buoni segnali sono arrivati anche dal segmento “Wearables, Home & Accessories”, che include gli smart speaker, gli Apple Watch e gli AirPods. Valgono ormai quasi quanto i Mac: 5,1 miliardi incassati, decisamente oltre le stime e in crescita del 30%. I soli wearable (cioè l'Apple Watch) hanno fatturato il 50% in più e – ha sottolineato Cook – se fossero un'azienda a sé entrerebbero nella Fortune 200, la lista delle prime 200 società statunitensi. Non male per “un'impresa” che ha appena compiuto quattro anni.

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