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Covid, maledetti giornalisti... non vi leggeremo più e sarà la vostra fine

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Cinzia Perra

Spett.le Redazione,

Chiedo scusa fin da ora se modi e toni non saranno i più appropriati, che mai nella mia breve vita (beh, oddio, proprio breve non è visto che di anni ne conto 45!) mi è capitato di scrivere alla redazione di un giornale.

Mai prima d'ora, in effetti, ho sentito così forte il bisogno, ma anche il dovere, per me, ma anche per moltissimi altri concittadini, di alzare la voce.

Anche fosse solo in  forma scritta.

Mai prima d'ora mi sono sentita così mal informata (o così ben disinformata, dipende dai punti di vista e dall'obiettivo che si vuol raggiungere) e inascoltata come adesso. 

Un “adesso” che ormai va avanti da talmente tanti mesi che presto ci troveremo a celebrare l'anniversario della prima chiusura delle scuole e del primo lockdown. 

Non proprio poco, quindi.

Un tempo immenso in cui, mi spiace dirlo, chi avrebbe avuto il dovere di informarmi e informare tutti, riportando puntualmente cosa accade (non soltanto una parte) e non cosa potrebbe accadere, le decisioni prese e non quelle che forse potrebbero essere prese, non l'ha fatto o l'ha fatto molto male, seminando ansia e disperazione per giorni, settimane, mesi.

Un tempo in cui, giornalmente, vengono forniti dati in maniera approssimativa con il risultato (o l'intento?) di angosciarci.

Come se già non lo fossimo a sufficienza.

Mi riferisco ad esempio al report quotidiano dei “nuovi casi”, un dato numerico che però è il risultato, non detto, della sommatoria degli esiti dei tamponi dei dimessi e guariti (in continuo e costante aumento ma non viene mai messo in evidenza), dei deceduti (sempre moltissimi meno rispetto a molti mesi fa) e degli attuali positivi.

Dati che tra l’altro sono facilmente monitorabili e comprensibili  se si apre la dashboard dal sito del  Ministero della Salute (https://opendatadpc.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/b0c68bce2cce478eaac82fe38d4138b1) e di conseguenza leggendoli da lì diventa ben chiaro ed evidente che il numero riferito ai “nuovi casi” non siano i nuovi contagi giornalieri, come questo dato fornito in maniera impropria vorrebbe fare credere.

Perchè dare alle persone dati così incorretti se non per terrorizzarle, tenendoli il più possibile non solo rinchiusi in casa ma soprattutto a bada, all'oscuro del fatto che, forse, si stia facendo troppo rumore per nulla e che ormai, dopo quasi un anno di pandemia, diversi lockdown, cali di contagi e decessi, immissione sul mercato di diversi vaccini, trovarsi nelle stesse condizioni di incertezza e disagio di quasi un anno fa sia diventato veramente inaccettabile.

E perché, giacché ci si diverte a disegnare scenari di morte, non si parla anche di quella fuori dalle corsie di ospedale, quella che per esempio sta atrofizzando i muscoli dei nostri corpi ridotti alla persistente inattività, nonchè quella dei nostri portafogli che nemmeno li apriamo più da quanto son diventati vuoti?

Perchè non si racconta delle difficoltà economiche che colpiscono tutti, in particolare certe categorie di imprenditori e di lavoratori, perché non si dice che gli aiuti di cui tanto si parla sono solo briciole di pane che nemmeno arrivano e quando lo fanno avviene dopo molti mesi?

Io stessa ancora devo percepire le settimane di cassa integrazione dei mesi di luglio ed agosto! Dopo sei mesi a malapena sono state autorizzate dalla Regione e poi andranno al vaglio dell’inps. 

E intanto dal 1° gennaio non si possono accettare gli scoperti in conto e saltano i pagamenti. Ma scherziamo?

Perchè invece di confrontare la fila davanti ai negozi per i regali di Natale con quella davanti alle mense della Caritas non ci si ferma a chiedere a quelle persone se prima di un paio di mesi fa avrebbero mai pensato di trovarsi in quella condizione? Perchè non chiedete a quei bambini cosa devono inventarsi i loro genitori per andare a mangiare così? 

E perchè non si parla dei morti che camminano che ci saranno tra poco più di due mesi, quando a marzo scadrà il blocco dei licenziamenti e, finalmente, chi non ce la fa davvero più, come realtà economiche piccolissime come in quella in cui lavoro io, potrà tirare un sospiro di sollievo con un costo in meno a cui pensare,  il tutto a discapito di un oceano di disoccupati, che non tutti i lavori si possono fare a casa in smart working (e per fortuna!).

E perché non la si smette di incolparci per la nostra scelleratezza se facciamo ciò che ci viene consentito di fare? Perché non la si smette di parlare di "seconda ondata per una estate scriteriata" quando in vacanza ci siamo andati grazie al bonus vacanze promosso dallo Stato e le code davanti ai negozi erano dovute al tanto pubblicizzato cashback di Stato? 

Mi rivolgo quindi a voi, redattori e giornalisti tutti, anzi, vi lancio un appello vero e proprio.

Anni fa furono combattute sanguinose battaglie per la libertà di parola e di stampa.

Scegliete di fare la differenza iniziando a fare davvero informazione; dateci da leggere cose certe non ipotesi terribili che potrebbero verificarsi come anche no. 

Per quello ci sono bravissimi scrittori che scrivono strepitosi romanzi distopici.

Diteci poche cose,  ma chiare e precise. 

Ma soprattutto, dateci anche buone notizie, quando ce ne sono. Per esempio parliamo di quanti positivi si curano e guariscono a casa da soli in completa autonomia poiché le loro condizioni sono quelle di un ammalato di influenza. 

Abbiamo molta paura, siamo disperati.

Molti di noi vivono da soli, separati dai propri cari e spesso anche in condizioni economiche precarie. 

Abbiamo bisogno di essere confortati, di credere che davvero "#andrà tutto bene" non solo grazie alla nostra tenacia ma perché qualcuno ci aiuterà concretamente.

Se continuerete a  terrorizzarci sceglieremo di non ascoltarvi e non leggervi  più e allora sarà anche la vostra fine.

E in ultimo, ma non ultimo, siate anche la nostra voce non solo quella di chi comanda, raccontate anche la nostra storia, i nostri bisogni, i nostri dubbi. 

Fateci parlare e ascoltate le nostre domande: che se non ce le fate fare, continuerete a darci risposte che non ci interessano. 

Sperando che queste righe scuotano le vostre coscienze piuttosto che regalarmi 5 minuti di “gloria”, attendo fiduciosa un cambiamento.

Che parta dall'alto però; perchè noi che stiamo in basso di più non possiamo fare davvero. 

Grazie per l'attenzione.

 

Quando Carmelo Bene diceva: "L'informazione non informa mai dei fatti,
informa i fatti. È chiaro che deve scomparire il giornalista"

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