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Editoria, costo lavoro e ricambio generazionale, le richieste Fieg al governo

Nuovo governo, nuovo confronto a cui si preparano gli editori di giornali. Così si riapre ufficialmente la stagione dei prepensionamenti. Come spiega ItaliaOggi gli ultimi risalgono a circa due anni fa, in pieno regno di Matteo Renzi con Luca Lotti sottosegretario all’editoria. Il budget previsto (fino al 2021) era di circa 20 milioni di euro l’anno a cui aggiungere 45 milioni su base pluriennale; oggi, però, c’è da vedere la disponibilità totale es effettiva delle risorse. Con l’ultima tornata di prepensionamenti, ne hanno beneficiato molti grandi editori, anche se nel frattempo sono entrate in vigore nuove regole per le pensioni anticipate (rispetto alla riforma Inpgi, per cui si va in pre-pensione con 25,5 anni di anzianità contributiva e a 62 anni di età).

Adesso, comunque, la Federazione italiana editori giornali (presieduta da Andrea Riffeser Monti) ha messo al primo punto del suo nuovo programma il “costo del lavoro, favorendo il necessario ricambio generazionale” in redazione. Dopo la riunione del consiglio generale, martedì scorso, dalla Fieg hanno fatto sapere con una nota che “il consiglio generale auspica il rapido avvio con il governo di un confronto costruttivo per affrontare e risolvere i problemi del settore”. Da qui il ritorno del tema prepensionati (e loro sostituzione coi giovani), sia per i giornalisti sia per i poligrafici. Ma in realtà non ci sono solo i prepensionamenti, ha spiegato a ItaliaOggi Fabrizio Carotti, d.g. FIEG, “l’obiettivo generale è favorire il ricambio generazionale con più strumenti, per esempio inserendo nuove competenze professionali a livello contrattuale”. Quindi riprendendo il confronto sul ccnl con Fnsi (Federazione nazionale della stampa, il sindacato unico dei giornalisti, guidato da Raffaele Lorusso). Tanto più che nuove competenze possono significare nuove figure professionali da inserire e quindi assunzioni.

Sul tema specifico dei prepensionamenti, però, a giudizio di Carotti, “il meccanismo finora utilizzato è quantomeno anomalo. Serve un sistema differente con un funzionamento più agevole”. Il rimando va così, per esempio, alle graduatorie, che poi hanno generato delle code, senza dimenticare il calcolo degli inoptati (ossia il numero dei prepensionati previsti dagli editori ma poi risultati in eccedenza).

Come precisa ItaliaOggi prima che Fieg entri nei dettagli del piano programmatico, occorre aspettare che l’esecutivo bis di Giuseppe Conte vada a regime e nomini il nuovo sottosegretario all’editoria (ultimo nome dato in pole: Andrea Martella, Pd). Eppure ci sono almeno due fronti da presidiare urgentemente: “il primo è quello pubblicitario, sia determinando le risorse a disposizione per il 2019, a sostegno degli sgravi per gli investimenti incrementali in pubblicità”, prosegue Carotti, “sia ridiscutendo la normativa sulla pubblicazione delle aste giudiziarie immobiliari”. Per gli sgravi il termine ultimo è il 31 ottobre, data in cui si chiude anche la fase preliminare di richiesta delle agevolazioni. Mentre, per le aste, Fieg vuole mostrare i risultati di un’indagine statistica, secondo cui vengono venduti meno immobili laddove il giudice decida di non pubblicizzare l’asta sui giornali.

Tra le materie da discutere a breve col governo, a giudizio di FIEG, c’è anche il congelamento della sospensione degli aiuti per le spese telefoniche sostenute dalle case editrici. Lo stop dovrebbe intervenire da gennaio 2020. E mentre si parla spesso di vari contributi all’editoria (compresi quelli diretti, anch’essi oggetto di confronto), c’è da ricordare che le coperture per le spese telefoniche valgono circa 28 milioni di euro.

Infine, la valorizzazione de “il ruolo e la funzione dei giornali nella pubblicità” (per esempio tramite accordi coi pubblici esercenti), il diritto d’autore tra lotta alla pirateria e recepimento della direttiva Ue è ancora il sostegno ai “punti vendita per garantire l’accesso all’informazione stampata sempre e ovunque” (come fatto grazie alle intese Fieg coi comuni italiani o con la Conferenza Stato-Regioni) sono gli ulteriori capitoli che chiudono il nuovo programma degli editori di giornali per il nuovo anno (e il nuovo governo).

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