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MediaTech
Facebook, Zuckerberg cambia mission: "Formeremo nuove comunità"

RIVOUZIONE FACEBOOK: DALLA CONNESSIONE E CONDIVISIONE ALLA FORMAZIONE DI NUOVI GRUPPI E COMUNITA'

A Facebook, la semplice "condivisione" sta invecchiando. Trovare un significato più profondo nelle comunità online è il prossimo obiettivo del social network più celebre al mondo che dalla semplice "connessione" vuole passare alla "formazione" di nuove comunità.

Il CEO Mark Zuckerberg non è più soddisfatto di aiutare le persone a condividere immagini di bambini e video in diretta - o anche fake news - attraverso la rete sociale da lui create. Quindi il fondatore di Facebook vuole portare un nuovo significato ai suoi quasi 2 miliardi di utenti, spingendoli in gruppi online che riuniscono persone con passioni, problemi e ambizioni comuni. Proprio come la creazione di Facebook stesso - il più grande progetto di ingegneria sociale nella storia - quel cambiamento potrebbe avere conseguenze ampie e impreviste.

Facebook applica gli stessi potenti algoritmi che hanno reso irresistibile il suo servizio a tante persone al compito di spingere gli utenti verso gruppi di persone che troveranno attraenti. Ciò avrebbe anche l'effetto di incoraggiare la gente a passare più tempo su Facebook, il che potrebbe far aumentare i profitti della società. La pubblicità è praticamente la sola fonte di entrate di Facebook: ha portato quasi 27 miliardi di dollari nel 2016, 57 per cento in più rispetto all'anno precedente.

L’annuncio è arrivato in un summit di Facebook a Chicago, e con un post: ma la spiegazione è arrivata anche nella prima vera intervista concessa a una tv (la Cnn) dal 2012. «Connettere le persone online non basta», sintetizza l’emittente americana, che poi cita direttamente Zuckerberg: «Negli ultimi 10 anni siamo rimasti concentrati sull’obiettivo di rendere il mondo più aperto e connesso. Non abbiamo terminato. Ma prima pensavo che, se solo avessimo dato alle persone la possibilità di esprimersi e le avessimo aiutate a connettersi, il mondo sarebbe migliorato da sé. Per molti versi è stato davvero così. Ma la nostra società è ancora divisa. Ora credo che noi abbiamo la responsabilità di fare di più. Non basta connettere il mondo: dobbiamo fare in modo che si unisca sempre più».

E dunque, la ragion d’essere del social network sul quale si trovano due miliardi di esseri umani — e che di recente ha dovuto affrontare temi come quello delle «filter bubbles», della permanenza di video dai contenuti discutibili e delle cosiddette «fake news» — cambia: non più «dare alle persone il potere di condividere e rendere il pianeta più aperto e connesso», ma «dare alle persone il potere di formare una comunità e unire il pianeta». Perché, dice Zuckerberg, «le nostre vite sono tutte collegate, e nella prossima generazione le nostre sfide e le nostre opportunità più grandi saranno affrontabili solo tutti insieme — porre un termine alla povertà, curare malattie, fermare il riscaldamento globale, diffondere la libertà e la tolleranza, fermare il terrorismo».

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