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Nomine Rai, Anzaldi (Iv): Nulla cambia, brutta pagina per azienda e politica"

Mentre l'Ad RAI Fabrizio Salini annuncia le nomine dei direttori di rete e quelle dei responsabili dei "sottogeneri", si leva contraria la voce del Segretario della Vigilanza Rai e Deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, fortemente critico su quanto sta avvenendo in queste ore a Viale Mazzini, e convinto che vi siano problemi più urgenti della revoca dei direttori.

L'INTERVISTA

Onorevole Anzaldi, che cosa pensa dei nomi indicati dall'Ad RAI Salini per le direzioni di rete e "orizzontali"?
"Sulla Rai sta andando in onda un triste remake del Gattopardo: si finge di voler cambiare tutto affinché non cambi nulla. Una brutta pagina per il servizio pubblico, per le istituzioni e per la politica. Da giorni si parla solo di nomine, di spartizioni, di occupazione di questa o quella sottopoltrona, ma vengono ignorate le questioni decisive, a partire da quella principale: come è possibile che nel ruolo di presidente della Rai sieda ancora chi è stato imposto da un leader, come Salvini, che non è più al governo da oltre 4 mesi?"

Allude a Marcello Foa, ovviamente...
"Certo. Perché Foa è ancora presidente e non viene revocato dal governo di Pd e M5s? Perché sui giornali escono minacciosi retroscena contro Salini, nominato dai Cinque Stelle che sono ancora partito di governo, e si ignora la posizione di Foa, il cui ruolo dovrebbe essere invece ricoperto da un vero garante del pluralismo e della qualità dell’informazione?".

Che cosa dovrebbe fare il Governo?
"Il governo non deve convocare Salini, deve revocare Foa dal Cda. Può farlo ma non lo fa: perché? Attaccare l’amministratore delegato voluto da Di Maio significa combattere una battaglia velleitaria: quando mai i Cinque Stelle potrebbero sconfessarlo? E’ incomprensibile, invece, che il governo lasci in Cda ben 2 consiglieri leghisti: oltre a De Biasio, lo stesso Foa. Il ministro del Tesoro ha il pieno potere di revocarlo: perché non lo fa? Qualcuno attacca Salini per sperare di avere qualche briciola in più nella spartizione? E’ umiliante". 

A proposito di "misteri", che cosa pensa della questione della mail del finto Ministro Tria?
"Come è possibile, dopo quello scandalo della mail e le audizioni contraddittorie e contrapposte in Vigilanza di Foa e Salini, che il Cda non abbia aperto una verifica formale sulla vicenda? Siamo di fronte al primo caso nella storia della Rai in cui il presidente avrebbe subito una tentata truffa per milioni di euro, che è arrivata ad un passo dall’andare in porto. Davvero il Cda vuole aspettare che a fare luce sia la Procura di Roma, senza prima porre alcuna formale questione a Foa?".

Da tempo lei si batte perché Foa sia rimosso dal suo incarico, ma il suo ex partito - il Pd di Governo - sembra fare orecchie da mercante...
"Per mesi il Pd, quando c’era il governo gialloverde, ha ripetuto che la nomina di Foa era illegittima, che il suo profilo non era in alcun modo rispettoso della legge che prevede un presidente di garanzia, c’è stata la richiesta di accesso agli atti dei capigruppo Delrio e Marcucci sulle schede della votazione in Vigilanza per sospetto taroccamento, ma una volta che il Pd è andato al governo, il tema è scomparso. Come mai? Davvero il problema della Rai è oggi nominare questo o quel direttore?".

E qual è secondo lei il problema vero della RAI?
"L’informazione del servizio pubblico sta precipitando non soltanto per gli ascolti, che calano come ha confermato con un incredibile autogol la stessa azienda nella nota di sabato. Sulla Rai pende una pesantissima istruttoria dell’Agcom per ripetute violazioni del pluralismo, al Tg2 e non solo, che potrebbe portare a una maxi multa da 72 milioni di euro, che verrebbe pagata con i soldi dei cittadini. Perché di questo non parla nessuno? Perché i soldi dei cittadini devono servire a pagare la propaganda di Salvini al Tg2?".

A suo parere dunque la "guerra" sui direttori di rete potrebbe essere "un'arma di distrazione di massa" per evitare la questione informazione?
"Assistiamo a tanto clamore e attenzione per i direttori di rete quando la Rai non ha più trasmissioni di informazione. L'unica in prima serata è Carta Bianca e invece per i Tg che hanno una marea di edizioni e sono in una profonda crisi di pluralismo riscontrato dall’AgiCom di ascolto e di qualità nessuno parla".

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