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Sciopero alla Gazzetta del Mezzogiorno. Gli Angelucci offrono 10 mln in 5 anni
Antonio Angelucci

 

 

Editoria: sciopero Gazzetta Mezzogiorno, domani non in edicola - Domani, martedi' 8 gennaio, la Gazzetta del Mezzogiorno non sara' in edicola per uno sciopero proclamato dai giornalisti al termine di un'assemblea di Redazione che si e' protratta per tutta la giornata. Lo annuncia una nota del Cdr in cui e' precisato che "si tratta del primo di un pacchetto di 10 giornate di sciopero che i giornalisti hanno affidato al Comitato di redazione a causa dell'assenza di risposte da parte degli amministratori giudiziari dal tribunale di Catania, al mancato pagamento delle retribuzioni". "Il Comitato di Redazione - e' detto ancora - ha chiesto al direttore responsabile della testata, Giuseppe De Tomaso, la pubblicazione di un comunicato sindacale all'interno di una pagina bianca per la giornata di domani al fine di informare i lettori sulla drammatica situazione che stanno vivendo i giornalisti della Gazzetta. A tale richiesta non e' arrivata alcuna risposta, motivo per cui il Cdr ha notificato il primo giorno di sciopero, sciopero che verra' reiterato fino a quando non sara' garantito ai giornalisti la possibilita' di far sentire la propria voce nel rispetto di un sacrosanto diritto sancito dal Contratto nazionale di Lavoro giornalistico".

La Tosinvest conferma l’interesse per l’acquisto della ‘Gazzetta del Mezzogiorno’, il principale quotidiano in Puglia e in Basilicata, per il quale è disposta a pagare 10 milioni di euro. A riferirlo l’Adnkronos che ha potuto visionare la manifestazione di interesse non vincolante che la holding della famiglia Angelucci ha depositato per l’acquisizione del ramo di azienda che fa capo alla Edisud.

Nel sottolineare di essere a conoscenza del provvedimento di sequestro dei beni riferibili a Edisud (società di cui è azionista di maggioranza con oltre il 69% Mario Ciancio Sanfilippo) emesso dal Tribunale per le Misure di prevenzione di Catania, la società conferma l’interesse per l’operazione “volta, tuttavia, non già al conseguimento della titolarità di quote societarie come inizialmente ipotizzato, ma all’acquisizione del ramo di azienda che gestisce l’edizione e la pubblicazione” del quotidiano.

Il corrispettivo economico della proposta è significativamente inferiore ai 16 milioni di euro dell’ultima valutazione, risalente a quando Domenico Ciancio Sanfilippo era ancora in sella, ed è pari a 10 milioni “onnicompresivo di ogni accessorio di Legge” che la società propone di versare in 60 rate mensili costanti e di pari importo “a far data dall’efficacia dell’accordo”.

La Tosinvest, prosegue l’Adnkronos, nella manifestazione di interesse non vincolante firmata dal presidente Giampaolo Angelucci, si dice disponibile a sottoscrivere un contratto preliminare di cessione e a versare una caparra confirmatoria.

Il ramo d’azienda, precisa il documento, è costituito oltre che dalla testata del quotidiano da “un numero di dipendenti pari a 50 giornalisti oltre al direttore e quattro poligrafici; i dipendenti che faranno parte del ramo d’azienda verranno scelti all’esito della vostra iniziativa nel rispetto delle procedure di legge e dovranno rendere le proprie prestazioni a tempo pieno”.

La manifestazione di interesse deve passare all’esame dei commissari giudiziari che, sempre secondo quanto si apprende, sarebbero intenzionati a mantenere integra l’azienda almeno fino alla decisione della Corte d’Appello, che potrebbe anche pronunciarsi per il dissequestro dei quotidiani. L’udienza dovrebbe aver luogo a stretto giro, il 15 gennaio.

Il 22 gennaio, invece, è previsto un nuovo incontro della task force per le crisi industriali presso la Regione Puglia a cui prendono parte sia l’azienda con i commissari giudiziari che i sindacati dei dipendenti, poligrafici e giornalisti.

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