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Medicina
Aids: dopo fallimenti, ricerca più vicina al vaccino

La strada della ricerca verso la creazione di un vaccino contro l'Hiv e' costellata di fallimenti. Ogni volta che sembra di esserci arrivati vicini, il virus dell'Hiv dimostra sempre di essere piu' scaltro del previsto. E' per questo che gli scienziati tendono a essere molto prudenti quando ci si trova di fronte a un vaccino sperimentale promettente come quello dell'Istituto superiore di sanita'. Il vaccino made in Italy si e' dimostrato in grado di ridurre il serbatoio del virus, ma i test sono stati condotti su soggetti sottoposti a terapia farmacologica. Ma l'obiettivo e' un altro e cioe' permettere ai pazienti vaccinati di controllare l'infezione per tutta la vita senza bisogno di farmaci. Per capire se questo e' possibile, il prossimo passo sara' quello di verificare se la vaccinazione da sola e' in grado di bloccare la replicazione del virus, una volta che la terapia farmacologica viene interrotta. La cosa non e' scontata. Un vaccino terapeutico americano, sempre basato su Tat, in uno studio clinico completato nel 2012 non si era mostrato in grado di controllare l'infezione dopo interruzione della terapia. 

Anche per il vaccino italiano saranno necessari studi su di un numero ampio di pazienti, con relativi gruppi di controllo, per confermare o scartare questa ipotesi. Ma quello dell'Iss non e' l'unico vaccino su cui si fondano le nostre speranze. Quest'anno, ad esempio, partira' in 3 continenti, il secondo step della sperimentazione del primo vaccino terapeutico pediatrico contro l'Hiv, sviluppato dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' in collaborazione con il Karolinska Instituet di Stoccolma. Saranno coinvolti circa 100 bimbi gia' malati di Aids. L'Ospedale della Santa Sede, infatti, capofila del progetto internazionale di ricerca EPIICAL, ha ottenuto un finanziamento dal National Institute of Health americano che consentira' di testare il vaccino in Italia, Thailandia e Sudafrica. La prima sperimentazione aveva riguardato 20 bambini nati infetti per via materna (contagio verticale), un tipo di trasmissione della malattia che interessa il 95 per cento dei nuovi casi pediatrici ogni anno. Ora partira' la sperimentazione su un campione piu' ampio, che contera' circa 100 bambini con Aids conclamato alla nascita e da subito in trattamento con terapie standard. Promettente e' anche il vaccino sviluppato e recentemente testato solo sugli animali dagli scienziati dello Scripps Research Institute di La Jolla (Usa): si tratta di una formulazione diversa rispetto alle altre che sarebbe in grado di stabilizzare le proteine dell'involucro esterno del virus chiamate Env (Envelope), che sono in grado di modificare la propria forma, rendendone difficile l'impiego all'interno dei vaccini. Piu' promettente ancora e' il vaccino sviluppato dal'Harvard Medica School di Boston, che ha testato con successo su 400 volontari e 72 macachi un vaccino in grado di scatenare una risposta immunitaria con la produzione di anticorpi. Viene definito "a mosaico" perche' contenente ceppi di diversi virus dell'Hiv. Insomma, 35 anni di fallimenti nella ricerca di un vaccino non hanno di certo scoraggiato scienziati e finanziatori, sia pubblici che privati. Ci sono esperti pronti a giurare che da qui a 10 anni finalmente raggiungeremo l'ambizioso obiettivo. Ma la storia ci insegna che quando si tratta di Hiv, la prudenza e' d'obbligo. 

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